CAPITOLO XXI
Cuore a Cuore
Tradotto da: 50 Shades Italia
“Hai bisogno di un drink o altro?” chiedo.
“No,”
risponde lei. Grandioso, nemmeno io.
“Bene.
Andiamo a letto,” dico. Lei inarca le sopracciglia mentre mi fissa.
“Ti
accontenterai del banale e vecchio sesso alla vaniglia?” mi chiede divertita.
Inclino
la testa da un lato e dico, “Non c’è niente di banale o vecchio nel sesso alla
vaniglia; è un sapore davvero intrigante.”
“Da
quando?” indaga.
“Dallo
scorso sabato. Perché? Speravi in qualcosa di più esotico?” chiedo.
“Oh,
no. Ho avuto già la mia dose di esotico per un giorno,” risponde. Uno sguardo
malizioso si fissa nei miei occhi.
“Sei
sicura? Possiamo soddisfare tutti i gusti qui – ci sono almeno trentuno
opportunità,” dico sorridendole lascivo.
“L’avevo
notato,” risponde seccamente. Scuoto la testa per i suoi modi pungenti.
“Andiamo Miss Steele. Hai un a giornata importante
domani. Prima andiamo a letto, prima sarai scopata, e prima potrai dormire,” le
dico come un dato di fatto.
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“Wow
Mr. Grey, sei un romantico nato,” dice, facendomi bloccare con il commento
fatto dalla sua lingua tagliente. Come mi piacerebbe domarla, piccola!
“Miss
Steele, tu e la tua lingua tagliente. Potrei dover sottometterla in qualche
modo. Andiamo,” dico, conducendola lungo il corridoio fino alla mia camera da
letto, e non ho la forza di girarmi e chiuderla, quindi la faccio sbattere con
un calcio.
“Mani
in alto,” comando, tutto serio. Lei alza le braccia e io le sfilo il vestito
con una sola, veloce mossa, e dico “Ta da!” in modo giocoso, come se fossi un
mago.
Lei
ridacchia e applaude e il cuore mi si scioglie. Io faccio un inchino in
risposta. Metto il suo vestito sulla sedia.
“E
il tuo prossimo trucco?” prova a sondare, punzecchiando.
“Oh, mia cara Miss Steele. Entra
nel mio letto,” ringhio, “poi te lo mostrerò.”
“Pensi
che per una volta dovrei fare la preziosa?” chiede in modo civettuolo. Questa
potrebbe essere una possibilità, sono eccitato e arrapato, ma, se vuole fare la
preziosa o scappare da me anche mentre giochiamo, per me sarebbe davvero
difficile.
“Beh,”
dico, “la porta è chiusa. Non sono sicuro di come potresti evitarmi,” aggiungo
provocandola. “Ormai è un affare già concluso.”
“Ma
sono una buona negoziatrice,” ribatte.
“Anche
io,” dico, fissandola. Ma poi ho la sensazione che lei non voglia scopare con
me. Posso sopportarlo?
“Non
vuoi scopare?” chiedo.
“No,”
sospira. Qualcosa dentro di me si frantuma con la sua risposta.
“Oh,”
dico accigliandomi.
Lei
fa un respiro profondo, chiude e poi riapre gli occhi per un attimo e dice,
“Voglio che tu faccia l’amore con me.” La sua risposta mi blocca, la guardo
fisso col viso privo di espressione, provando ad elaborare l’informazione. La
mia espressione si scurisce con quello che so, quello che voglio, e quello che
voglio è proprio di fronte a me.
“Ana,
io …” dico, incapace di completare la mia frase. Mi passo entrambe le mani nei
capelli per la doppia esasperazione. Questo è ciò che so. Cambiare i miei modi
è estremamente difficile per me, per non parlare del fatto che mi fa paura. Ma,
non è un fottuto modo di fare l’amore, comunque? Almeno per me lo è con
Anastasia.
“Pensavo
che lo facessimo,” dico quasi come se glielo stessi chiedendo.
“Voglio
toccarti,” dice, e faccio involontariamente un passo indietro. No! Non posso,
però Dio sa quanto la voglio. Ma, è un mio limite assoluto. Essere toccato è un
dolore insopportabile per me, mi fa sentire come se avessi le mani del pappone
che mi colpiscono, che mi soffia il suo fumo sul corpo. Non sono mai stato
capace di superarlo, ed è più che una tortura. Sono quasi sull’orlo delle
lacrime ripensandoci. Ma poi riesco a tenere ben impostata la mia espressione
passiva mentre mi riprendo e torno ad avere il controllo della situazione.
“Oh no, Miss Steele,” dico. “Hai
già avuto abbastanza concessioni da parte mia per stasera. E quindi dico di
no.”
“No?”
chiede delusa.
“No,”
ripeto fermamente.
“Ascolta,
sei stanca. Sono stanco. Andiamo solo a letto,” dico, anche se è la cosa più
lontana da ciò che vorrei fare al momento.
“Quindi,
toccare è un limite assoluto per te?” chiede.
“Sì.
Ormai è risaputo,” dico impassibile.
“Ti
prego, dimmi perché,” prova ad indagare.
“Oh,
Anastasia, per favore. Smettila per ora,” dico esasperato. Come posso iniziare
a parlarle del profondo della mia depravazione, come sono incasinato da quando
ero piccolissimo?
“E’
importante per me,” sussurra. Mi passo entrambe le mani trai capelli, di nuovo;
l’esasperazione sta raggiungendo livelli incredibili. Ok, non si scopa stasera.
Vado nella cabina armadio e tiro fuori una maglietta per lei da indossare, e
gliela lancio. Lei la prende al volo, confusa.
“Mettitela
e mettiti a letto,” scatto, completamente irritato. Lei si acciglia, si gira di
spalle, si toglie il reggiseno e si infila la maglietta in fretta. Noto che non
si toglie le mutandine.
“Ho
bisogno di usare il bagno,” dice chiedendomi il permesso in un sussurro. Mi
acciglio, confuso. Perché mi sta chiedendo il permesso ora?
“Ora
mi stai chiedendo il permesso?” dico.
“Uhm
… no.” Risponde.
“Anastasia,
sai dov’è il bagno. Oggi, a questo punto nel nostro strano accordo, non hai
bisogno di chiedere il mio permesso per usarlo,” dico irritato. Mi scrollo di
dosso la camicia, mentre lei scappa in bagno. Mi tolgo i pantaloni e i boxer, e
mi infilo i pantaloni del pigiama, quelli con la vita bassa. Metto via i miei
vestiti. Alla fine mi avvicino alla porta del bagno e busso.
“Entra,”
dice con la bocca impastata di dentifricio. Io resto fermo sulla soglia
divertito dal fatto che sta usando il mio spazzolino, di nuovo. I suoi occhi
trovano i miei nello specchio. Lei mi analizza con lo sguardo, e sembra
apprezzare ciò che vede. Alla fine le sorrido e vado a mettermi di fianco a
lei. Senza togliere lo sguardo dal mio, sciacqua il mio spazzolino e me lo
porge. Il divertimento è ormai visibile nei miei occhi.
“Sentiti
libera di prendere in prestito il mio spazzolino,” dico gentilmente,
prendendomi gioco di lei.
“Grazie,
Signore,” risponde sorridendo dolcemente, avviandosi verso la camera da letto.
Mi lavo velocemente i denti, e la seguo in camera da letto.
“Sai,
non è così che mi ero immaginato la serata,” borbotto petulante.
“Immagina
se ti avessi detto che non potevi toccarmi,” dice, e il solo pensiero è
orribile. Salgo sul letto e mi siedo a gambe incrociate.
“Anastasia,
te l’ho detto. Cinquanta sfumature. Ho avuto dei momenti molto duri all’inizio
della mia vita … Non vuoi che quella merda ti entri in testa,” dico. E’ troppo
orribile da sapere. “Perché dovresti?”
“Perché
voglio conoscerti meglio,” risponde.
“Mi
conosci già abbastanza,” ribatto.
“Come
fai a dirlo?” dice mentre si sposta per mettersi in ginocchio sul letto, per
essere faccia a faccia con me. Alzo gli occhi al cielo per la frustrazione.
“Stai
alzando gli occhi al cielo. L’ultima volta che l’ho fatto, sono finita sulle
tue ginocchia,” mi risponde, facendomi sentire ancora più frustrato.
“Oh,
mi piacerebbe farlo di nuovo,” le dico. I suoi occhi si illuminano per la mia
rivelazione.
“Dimmelo
e potrai farlo,” dice, sorprendendomi.
“Cosa?”
chiedo incredulo.
“Mi
hai sentito,” dice categoricamente.
“Stai
mercanteggiando con me?” dico meravigliato. Lei annuisce.
“Negoziando.”
“Non
funziona così, Anastasia,” le rispondo.
“Ok.
Dimmelo e io alzerò gli occhi al cielo,” dice, facendomi ridere per la sua
tenacia. Mi disarma ogni volta. La sua risposta mi fa tornare lucido.
“Sempre
così pungente e desiderosa di informazioni,” dico mentre i miei occhi sono
accesi dalle congetture. Bene, allora, Miss Steele. Vediamo cosa possiamo fare
per farti impegnare. Oh, sì. Lascio la stanza mentre le dico, “Non andare
via.”
Vado
velocemente nella stanza dei giochi e trovo le nuove sfere d’argento che ho
comprato per lei. Torno in fretta nella mia camera da letto, eccitato.
“A
che ora hai il primo colloquio, domani?” chiedo dolcemente.
“Alle
14:00,” risponde. Grandioso! Abbiamo abbastanza tempo per giocare e un sorriso
malizioso lentamente inizia ad apparire sul mio volto.
“Bene,”
dico. Mi rendo conto che la mia faccia si sta trasformando in quella del
Christian Dominatore. Tu vuoi informazioni, io voglio sesso. Possiamo negoziare
… in questo modo.
“Scendi
dal letto. Mettiti lì,” punto il lato del letto. E lei si precipita ad
obbedirmi, lottando per arrivare nel punto esatto. Impaziente come sempre … la
fisso intensamente.
“Ti fidi di me?” le chiedo dolcemente. Lei annuisce.
Allungo la mano verso di lei e le mostro le due sfere d’argento legate una
all’altra da un sottile filo nero. “Queste sono nuove,” dico chiaramente. Lei
alza lo sguardo su di me confusa, non sapendo cosa siano.
“Sto
per mettere queste dentro di te, e poi ti sculaccerò, non per punizione, ma per
il tuo piacere e per il mio,” dico, fermandomi per misurare la sua reazione che
a quanto pare si è fermata solo allo spalancare gli occhi. Sembra sorpresa.
“Poi
scoperemo, e se sarai ancora sveglia, ti darò qualche informazione sugli anni
della mia infanzia. D’accordo?” dico, chiedendole il permesso. Lei annuisce,
già senza fiato. Io sorrido.
“Brava ragazza. Apri la bocca,” dico. Lei lo fa.
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“Di
più,” dico. Metto le sfere nella sua bocca. Hanno bisogno di essere
lubrificate.
“Hanno
bisogno d’essere lubrificate; succhia,” le ordino con voce dolce e calma. Lei
chiude la bocca e inizia a lubrificare le sfere. Inizia a muoversi anche se è
seduta.
“Resta
ferma, Anastasia,” l’avviso. Alla fine, quando penso che le sfere siano
abbastanza riscaldate e lubrificate, le dico di fermarsi. Sfilo le sfere dalla
sua bocca, mi muovo verso il letto, sposto il copripiumino su un lato, e mi
siedo sul bordo del letto.
“Vieni
qui,” le ordino. Lei si alza e resta di fronte a me.
“Ora
girati, abbassati, e prenditi le caviglie con le mani,” le ordino. Lei sbatte
le ciglia, esitante. La mia espressione si scurisce.
“Non
esitare,” l’ammonisco gentilmente. Poi prendo le sfere e me le infilo in bocca
per lubrificarle ancora un po’. Voglio essere dentro di lei in ogni modo. Lei
si abbassa e si afferra le caviglie. La maglietta si alza, svelando il suo
delizioso didietro. La mia mano trova il suo sedere e dolcemente lo accarezzo.
Lentamente sposto le sue mutandine da un lato, e con calma muovo il mio dito
sue e giù per il suo sesso. E’ già eccitata e bagnata. Infilo un dito dentro di
lei e inizio a girarlo. Lei geme dal piacere.
Il
mio respiro si ferma e ansimo, ma continuo a ripetere il movimento. Non smette
mai di meravigliarmi, è sempre pronta per me, tutte le volte. Sfilo il dito, e
inserisco le sfere, una alla volta. Una volta che entrambe sono dentro, le
sistemo di nuovo le mutandine, mi faccio in avanti e dolcemente le bacio il suo
bellissimo didietro. Le ordino di alzarsi, e tremante riesce a rimettersi in
piedi. Le prendo i fianchi per farle riprendere l’equilibrio.
“Stai
bene?” le chiedo con voce dura.
“Sì,”
risponde piano.
“Girati,”
le ordino, lei si gira e ci ritroviamo faccia a faccia.
“Come
ti sembra?” le chiedo.
“Strano,”
è la sua risposta.
“Strano
bello o strano brutto?”
“Strano
bello,” confessa arrossendo.
“Bene,”
rispondo, allo stesso tempo sollevato e arrapato.
“Anastasia,
vorrei un bicchiere d’acqua. Va’ a prendermene uno, per favore,” le chiedo.
“E
quando torni, ti metterò sulle mie ginocchia. Pensaci, piccola.”
Lascia
la stanza per andare a prendere l’acqua. Il movimento la stimolerà da dentro.
Sono delle sfere originarie della Cina. Sono delle piccole palline pesanti.
Dopo essere state inserite nella vagina, producono una sensazione erotica
all’interno della vagina e i tessuti sensibili che la circondano appena c’è un
minimo movimento dei fianchi o delle gambe. Infatti, le geishe le usavano per
lubrificare le proprie vagine prima di incontrare un loro cliente. Si può avere
un orgasmo esplosivo semplicemente camminando lungo il corridoio. Sono solo
delle sfere della grandezza di una biglia. Quelle sfere sono fatte di ingegno e
spontaneità. Create per far sentire la propria presenza da un movimento casuale
che produce un avvicinamento all’orgasmo. Scopare dopo di quelle è molto
meglio. E’ come preriscaldare il forno. Pronto ad essere utilizzato.
Torna
con un bicchiere d’acqua in mano. La guardo attentamente, scruto la sua
espressione. Quando mi porge il bicchiere, la ringrazio, prendendo un sorso
d’acqua, e mettendo il bicchiere sul comodino. Riesco a vedere l’attesa in lei,
e l’attesa è il miglior precursore per del gran sesso. Torno con lo sguardo su
di lei.
“Vieni.
Mettiti di fronte a me. Come l’ultima volta.”
Lei
procede incerta verso di me tutta emozionata e più che eccitata.
“Chiedimelo,”
le dico dolcemente. Voglio che mi chieda di essere sculacciata. Le sue parole
appagheranno un bisogno profondo in me. Ho bisogno di sentirle chiedere la sua
punizione. Lei si acciglia, insicura su cosa chiedere.
“Chiedimelo,”
ripeto con voce leggermente più dura. Lei mi guarda confusa, ancora non riesce
a capire cosa sto dicendo.
“Anastasia,”
dico, “chiedimelo, perché non lo dirò di nuovo,” dico minacciandola. Mi accorgo
che finalmente ha capito cosa intendevo dal suo sguardo, mentre la guardo in
trepidante attesa. Un Oh, le scappa dalle labbra.
“Sculacciami,
per favore, Signore,” sussurra facendomi scogliere con le sue parole. Chiudo
gli occhi per un momento, per assaporare il piacere. Mi allungo verso di lei,
le prendo la mano sinistra, e la tiro su di me, verso le mie ginocchia. Lei
cade sulle mie ginocchia, e la tengo ferma. Riesco a sentire il suo battito
attraverso il nostro contatto pelle contro pelle. E’ posizionata sul mio grembo
con il suo busto poggiato sul letto. Le tolgo i capelli dal volto, sistemandoli
dietro l’orecchio. Poi tengo stretti i capelli sulla nuca per tenerla ferma
mentre gentilmente li tiro in modo da farle alzare la testa.
“Voglio
vedere il tuo viso mentre ti sculaccio, Anastasia,” mormoro mentre le accarezzo
leggermente il didietro.
La
mia mano si muove verso il basso, tra le natiche, e spingo contro il suo sesso,
sapendo che questo muoverà le sfere che sono ancora dentro di lei … questo
movimento la fa gemere, eccitandomi ancora di più.
“Questo
è per il piacere, Anastasia, mio e tuo,” le sussurro dolcemente.
Alzo
la mano e la faccio ricadere con uno schiocco rumoroso contro la giuntura tra
la sua coscia, il suo didietro e il suo sesso. Il colpo porta un dolore piacevole.
Il dolore è in superficie, mentre il sangue inizia a fare capolino rendendo
rosa la sua pelle, prova ad assorbire l’assalto improvviso, le sfere nella sua
vagina si muovono in avanti a tempo con il colpo, stimolandola da dentro. C’è
una miriade di sensazioni che le vengono date con un solo colpo. Il suo volto
si contorce per assorbire tutte le varie sensazioni. Accarezzo il suo sedere
per diffondere la sensazione, muovo il palmo sulla sua pelle e sulle sue
mutandine. Alzo di nuovo la mano e le do un altro colpo. Lei geme questa volta
per le sensazioni che si diffondono.
Ho
uno schema. Da sinistra a destra, e poi giù. Facendo muovere in avanti le
sfere. Tra ogni colpo, la massaggio, facendo pressione, fuori e dentro.
Stimolandola, facendola desiderare di più, volere di più. Quando avrò finito di
sculacciarla, vorrà soltanto che la scopi fino a lasciarla senza sensi. Anche
se si lamenta, per lei è piacevole. Sinistra, destra, e giù. Quando la colpisco
più in basso, si lamenta e geme perché le sfere si muovono dentro di lei, in
modo piacevole. Non devo colpirla molto forte perché questo la stimoli.
L’ultimo colpo in basso la fa diventare selvaggia.
“Brava
ragazza, Anastasia,” ringhio mentre il mio respiro si fa sempre più accelerato
per l’eccitazione. La sculaccio altre due volte sul sedere, poi tiro il piccolo
filo attaccato alle sfere e le faccio uscire improvvisamente. Questo la porta
vicino all’apice, aumentandole il desiderio di essere scopata. Mi stendo vicino
a lei sul letto, prendo il pacchetto del preservativo e lo apro. Ne estraggo il
preservativo, pizzico la punta e lo srotolo sulla mia erezione. Afferro le sue
mani mentre gliele metto sulla testa, ed entro in lei, infilandomi lentamente e
riempiendola. Lei geme sonoramente dato che la sua eccitazione è ormai al
culmine.
“Oh,
piccola,” sussurro mentre mi muovo avanti e indietro in un ritmo lento e
sensuale. Voglio assaporarla, sentirla, e perdermi dentro di lei. Quando la sua
eccitazione è vicina al punto di non ritorno, si stringe intorno a me, ed entrambi
ci infiammiamo in un orgasmo delizioso e violento, che ci lascia ansimanti.
Quello che lei mi fa è incredibile. Sono una dimensione diversa, sono più che
appagato.
“Ana!”
ansimo; il suo nome è una litania sulle mie labbra. Mentre contemplo il suo nome,
sono silenzioso ma ancora ansimante per la scarica di piacere data dallo stare
su di lei mentre le mie mani sono ancora intrecciate con le sue sulla sua
testa. Qualcosa tira i fili del mio cuore, come se una sensazione sconosciuta
mi attraversasse. Alla fine mi
tiro indietro e la guardo, con timore reverenziale.
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“Mi
è piaciuto,” sussurro, e la bacio. Alla fine mi alzo, e la copro con il
copripiumino, mentre vado in bagno. Butto il preservativo nel cestino e mi
pulisco. Prendo una bottiglia di lozione all’Aloe Vera e torno in camera da
letto. Mi siedo sul letto e le ordino di girarsi. Lei lo fa. Il suo sedere è
rosa, proprio come dovrebbe essere.
“Il
tuo culo ha un colore glorioso,” dico in approvazione, e massaggiandola con la
lozione.
“Sputa
il rospo, Grey,” dice sbadigliando.
“Miss
Steele, tu sì che sai come rovinare un bel momento,” la riprendo.
“Avevamo
un patto,” ribatte.
“Come
ti senti?” le chiedo, nel tentativo di cambiare argomento.
“Non
ci provare.” Non c’è scampo alla sua inquisizione. Alla fine sospiro, mi infilo
vicino a lei, e stringo questa bellissima donna con una lingua davvero
tagliente tra le mie braccia. Ci ritroviamo di nuovo a letto insieme, messi a
cucchiaio, e amo stare così con lei. La bacio dolcemente vicino l’orecchio.
“La
donna che mi ha messo al mondo era una puttana drogata, Anastasia. Ora, dormi,”
dico, perché non voglio rivelarle altro.
“Era?”
chiede.
“E’
morta,” rispondo.
“Da
quanto?” chiede di nuovo. Sospiro.
“E’
morta quando avevo quattro anni. Non me la ricordo davvero. Carrick mi ha dato
alcuni dettagli a riguardo. Mi ricordo soltanto alcune cose. Per favore, dormi
ora.”
“Buonanotte
Christian,” acconsente alla fine.
“Buonanotte Ana,” dico, ed entrambi cadiamo in un
sonno profondo.
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