CAPITOLO VIII
I dettagli pratici
Tradotto da: 50 Shades Italia
Mi
sfilo il preservativo e lo getto nel cestino. Mi giro verso Anastasia che mi
sta guardando con uno sguardo tra il sorpreso e il terrificato per l’arrivo di
mia madre e riesco a leggere nei suoi occhi il pensiero di quello che direbbe
mia madre di lei, nel mio letto.
Le
lancio un sorriso, “Forza piccola, dobbiamo vestirci, incontrerai mia madre.”
Esco dal letto per vestirmi. Anastasia invece è ancora lì immobile, e ha ancora
le mani legate. “Christian non posso muovermi,” dice finalmente guardandomi in
modo perplesso
Mi
stampo un enorme sorriso in faccia e le slego le mani, anche se mi sarebbe
piaciuto giocare con un po’ di più con lei. Più tardi, forse … Mi piace il
pensiero di lei legata, nel mio letto, e al mio comando. E’ incredibilmente
sexy! E dal momento che ha strattonato per toccarmi, le sono rimasti dei segni
rosati sui polsi. La vista di questa cosa è dannatamente sexy ed è una svolta
totale per me. Dannazione! La guardo per un minuto, ma non voglio che mi
diventi duro prima incontrare mia madre e farle conoscere la donna che ho nel
mio letto. La bacio dolcemente e sorrido. Guardo fuori e chiudo gli occhi per
un minuto. Non ho il tempo di scopare di nuovo … Non quando mia madre è in
attesa nel soggiorno. Ha davvero intenzione di fargliela conoscere. Non ho mi
fatto conoscere nessuna donna alla mia famiglie e comunque lei ha già
incontrato mio fratello. E ora questo. E’ la mia prima volta. Stranamente,
voglio che conoscano Anastasia. C’è anche qualche strano motivo di orgoglio.
Non è solo averla conquistata. C’è ‘anche qualcos’altro. E poi l’ho avuta in
tutti i modi possibili e questo sarebbe come avere un nuovo diritto di lei. Mi
piace l’idea.
“Un’altra
prima volta,” dico. Le indico i cassetti e le dico che può trovare qualcosa di
pulito da mettersi. I suoi occhi sono in preda al panico. So che io sono il
primo uomo nella sua vita, quindi non ha mai incontrato la madre di qualcuno
trovandosi nella posizione di amante.
“Magari,
potrei stare qui,” dice imbarazzata mentre mia madre sta praticamente venendo
da noi.
“On
no, non puoi!” le dico con tono minaccioso. “Trova qualcosa in quel cassetto e
vestiti”.
M’infilo una t-shirt e sistemo i capelli post-scopata e sono pronto ad incontrare mia madre, ma voglio che venga anche Anastasia. Desidero davvero che sappia che lei c’è. Vorrei prenderla sottobraccio e portarla con me. Scuoto la testa facendo uscire questi pensieri, ma lei è ancora seduta sul letto, accucciata e impaurita.
“Piccola,
potresti indossare un sacco della spazzatura e uscire con quello. Metti
qualcosa di mio. Ti aspetto tra cinque minuti,” le dico dolcemente. “Ma se non
arrivi in questo lasso di tempo, verrò qui e ti trascinerò fuori, anche se non
indosserai nulla,” la mia voce risulta minacciosa. Lei si fa piccola. Indico il
cassetto dove tengo la t-shirt, e le dico che le camicie sono nell’armadio. Le
indico cinque minuti con la mia mano destra e con uno sguardo di avvertimento.
Dannazione, voglio che incontri mia madre! La guardo dolcemente, mentre suo
sguardo si stringe, vorrei stare li con lei adesso, quel viso è dannatamente
sexy, ma le sorrido dolcemente: Mrs Grey è nel soggiorno e prima vado meglio è.
Chiudo
la porta della mia camera dietro di me, e vado verso il soggiorno e mia madre è
li insieme a Taylor. Quando mi vede il suo viso si illumina di piacere e
curiosità.
Vado
verso di lei e le do un bacio sulla guancia. Non ci tocchiamo. Lei capisce. Non
mi piace essere toccato e lei non lo fa sin da quando ero piccolo. “Ciao
Mamma,” dico educatamente.
“Ciao
Christian,” dice sommessamente. E’ a disagio e posso immaginare il perché.
Crede che ci sia un ragazzo nel mio letto. Non sa nulla della mia vita privata.
Cerca di continuare con nonchalance: “Non ti vedo da due settimane ed ero
preoccupata per te. Ho pensato di venire a vedere se volevi venire a pranzo con
me?” dice facendola sembrare una domanda.
“Grazie
Mamma,” dico, “mi piacerebbe davvero, ma ho degli altri programmi per oggi. Ho
compagnia.”
La curiosità s’insinua nei suoi occhi ma non fa trasparire nulla e aspetta che sia io a dirle qualcosa. Mia madre è vestita in maniera impeccabile, sfoggia il suo bel vestito color cammello, il maglione di maglia con le scarpe abbinate. E’ ben curata come sempre. Il suo make-up è a posto, e i suoi capelli sono raccolti in uno chignon ordinato come se avesse lasciato il salone di bellezza pochi minuti fa.
“C’è
qualcuno di speciale qui con me,” dico a mia mamma, studiando la sua espressione.
“Lei arriverà a minuti,” dico sottolineando di proposito l’articolo femminile.
La
risposta di mia mamma è automatica e sorpresa allo stesso tempo. “Lei?” chiede.
Naturalmente,
sapevo che questo è quello che avrebbe detto visto che pensava che fossi un gay
celibe. Non vedo l’ora di smentirla … Con Miss Anastasia Steele! Non vedo l’ora
di vedere l’espressione di mia madre quando vedrà Anastasia. E come se avesse
avuto un segnale, eccola uscire dalla mia camera da letto indossando la camicia
della sera prima, i jeans e le scarpe Converse. La sua giacca elegantemente
copre i segni di legatura che le ha lasciato la cravatta di seta argentata ai
polsi. Questa ragazza è intelligente! I suoi capelli sono legati in una coda di
cavallo, ma non riesce a nascondere il fatto che abbia appena finito di
scopare. Mi piace! Un sacco … In qualche modo, sono davvero contento di farla
conoscere a mia madre, come se avessi più pretese su di lei.
Quando
la vedo emergere dalla mia stanza, sento ancora un certo desiderio nei suoi
confronti. Mi alzo e le vado incontro. “Eccola,” dico presentandola a mia madre
e la mia voce si tinge stranamente di orgoglio che si riflette in un caldo
sorriso per Anastasia. Dio! E’ meravigliosa. Ne avrò mai abbastanza di lei?
Appena
mi alzo e guardo Anastasia, mia madre volge lo sguardo verso la porta della mia
stanza e gli occhi le brillano. Ma contengono anche un po’ di sollievo
nascosto. Deve aver pensato che sarei rimasto solo per tutta la vita. Se lo
sapesse! Quando Anastasia si avvicina a me, le prendo la mano, e la stringo a
me tenendola per la schiena. Negli occhi di mia madre passano tutte le emozioni
possibili, e capisco che non vede l’ora di dire tutto al resto della famiglia.
Elliott evidentemente non ha ancora parlato di Anastasia e me. Questo pensiero
mi riscalda, “Ana e io” come “noi”. Mi riprendo dai pensieri e vado a
presentarla
“Mamma,
lei è Anastasia Steele. Anastasia, lei è mia madre Grace Trevelyan-Grey.”
Mia
mamma stringe la mano ad Anastasia, lo fa proprio come farebbe ogni madre quando
consoce la prima ragazza del figlio. “E’ un vero piacere conoscerti Anastasia,”
dice sfavillante. In effetti, è raggiante, come quando una madre sente la prima
parola del figlio o quando questi fa i primi passi. Beh, in qualche modo,
questo è il mio primo passo. Ha incontrato una donna della mia vita, o meglio,
quella che spero per la prima volta di tenere nella mia vita. In assoluto! Ci
sarebbero tante cose da dire, vedere la reazione di mia madre, mi fa sentire
felice, ma nascondo il mio sorriso.
Anastasia
le stringe la mano, “ Dr. Trevelyan-Grey,” risponde timidamente. Mia madre
sembra troppo stordita da questa timida bellezza. Non so che cosa si
aspettasse, forse un ragazzo stravagante? Invece si trova davanti lei,
Anastasia, splendida, timida e la dottoressa Grey è molto più che contenta di
conoscerla. Con mia sorpresa, e senza alcun senso, mia madre dice: “Per favore,
chiamami Grace,” resto basito. Non aveva mai permesso a qualcuno appena
conosciuto di chiamarla per nome. Non è fredda, ma solitamente è distaccata e
professionale. “Di solito i miei pazienti mi chiamano dottor Trevelyan, mentre
mia suocera è la signora Grey. Ma per i miei amici sono solo Grace,” dice
facendo l’occhiolino! Ad Anastasia! Cos’ha questa ragazza che affascina tutti
quelli che incontra?
Si
gira e rivolge la domanda ad entrambi, gli occhi accesi di curiosità
incontenibile, “Allora, come vi siete conosciuti?” Cavolo mamma! Le rispondo
io.
“Anastasia
mi ha intervistato per il giornale studentesco della WSU. È così che ci siamo
incontrati, e io consegnerò le lauree alla cerimonia di questa settimana.”
“Ti
laureerai questa settimana Anastasia??” Mia madre si gira e le chiede.
“Si,”
risponde sottovoce. Il suo cellulare suona improvvisamente, si scusa e va a
rispondere. I miei occhi la fissano con un pizzico di gelosia. Chi la sta
chiamando? Lei risponde, “Kate?” e si allontana per avere più privacy ma non
prima che io possa sentire, “Senti Jose. Questo non è un bel momento”.
Cazzo!
Quello, stronzo che l’ha quasi stuprata la chiama. Perché non la lascia in
pace? Mia madre sta dicendo qualcosa, ma non riesco a concentrarmi. La mia
mente vacilla. Lei si muove verso il balcone, e io la guardo ad ogni passo come
un predatore guarda la sua preda, i miei occhi si stringono in una fessura
“Christian?”
dice mia mamma.
“Scusa
mamma, cosa stavi dicendo?”
“E’
bellissima. Mi piace molto,” dice senza trattenere la gioia, distraendomi per
un attimo, perché non ho mai visto mia madre essere così espansiva. Le sorrido
ma senza che questo coinvolga i miei occhi.
“Grazie,”
le dico dolcemente, sempre guardando Anastasia sussurrare al telefono. Devo
farle capire che io non voglio condividerla, e non voglio che veda altri
ragazzi. L’ho avuta e non voglio che altri possano averla e che si interessino
a lei. Lei è mia! Lei dev’essere mia! Dio!! Non riesco a tenere a freno questa
gelosia. Voglio solo che mia madre se ne vada per prendere Anastasia un’altra
volta, cosicché lei capisca che mi appartiene. Lei è mia!
Per
quanto tempo ha intenzione di parlare con lui? Ecco ha riagganciato! Cazzo!!
Cosa c’è di sbagliato in me? Quando arriva porta il telefono con lei. La guardo
arrivare, e tiro un sospiro di sollievo, mentre mia madre sta borbottando
qualcosa su Elliott.
“…In
ogni caso, Elliott ha chiamato e ha detto che eri qui in giro. Non ti ho più
visto da due settimane caro.”
Elliott
ha chiamato eh? Le avrà detto qualcosa su Anastasia? E’ per questo motivo che
lei è qui adesso?
“Davvero?”
mormoro guardando sempre Anastasia senza lasciar trasparire niente..
Mia
madre continua a parlare con me, “Come ti dicevo poco fa, volevo vedere se
venivi a pranzo con me visto che eri in città, ma visto che hai altri piani,
non voglio rovinarteli,” dice sorridendo, ”non volevo interrompervi,” dice
prendendo il suo cappotto e preparandosi ad andare. Le bacio dolcemente la
guancia prima che se ne vada.
“E’
stato bello vederti mamma, ma devo riaccompagnare Anastasia a Portland.”
“Ma
certo caro,” dice, poi rivolgendosi ad Anastasia con un sorriso a stento
contenuto, “Anastasia, è stato un piacere conoscerti! Spero di rivederti di
nuovo,” e le stringe le mani. Lei, sempre timida, annuisce stringendo a sua
volta le mani di mia madre.
Taylor
arriva dal suo ufficio, conscio del fatto che mia madre sta per andarsene e
l’accompagna alla porta. L’ultima cosa che riesco a sentire, prima di
rivolgermi ad Anastasia, è lei che lo ringrazia educatamente. Appena è
abbastanza lontana da non poter sentire, mi giro verso Anastasia con la rabbia
che cresce sempre più.
“Quindi
ti ha chiamato il fotografo?”
Sembra
leggermente spaventata. “Si,” dice, ma la sua voce è appena udibile.
“Cosa
voleva da te?” Le chiedo senza cambiare tono di voce. Se quel pezzo di merda
fosse stato qui gli avrei dato una lezione, che non avrebbe dimenticato per
molto tempo!
I'll Be Watching You - Police
“Ha
chiamato per scusarsi,” mormora, “Sai … per quello che è successo venerdì.”
“Capisco.”
Avrà accettato le sue scuse? E’ così? Lui si è scusato e lei ha dimenticato
tutto? E’ tornato ad essere tutto rosa e fiori con l’aspirante stupratore? Ma
proprio mentre stavo per ribattere, Taylor arriva e m’informa che ci son stati
dei problemi con delle spedizioni per il Darfur. Annuisce e saluta Anastasia,
con tutta la sua professionalità. Lei gli sorride. La mia gelosia cresce. Non
voglio che lei sorrida ad ogni ragazzo che incontra! Anche se si tratta solo di
semplice cortesia. Non le è chiaro che appartiene a me? Cazzo! non ancora. Ma
lei deve saperlo. Ecco perché deve firmare quel contratto. In questo modo lei
saprebbe che queste cose m’infastidiscono. Deve solo seguire le mie indicazioni
e le mie direttive.
“Taylor
vive qui?” mi chiede ridestandomi dai miei pensieri.
“Si.”
dico seccamente. Mi guarda sorpresa. Mi occuperò di lei in secondo momento.
Adesso ho da risolvere questo problema con il Darfur. Vado in cucina dove ho il
mio Blackberry e chiamo Ros. “Ros qual è il problema?”
Mi
dice che il problema è con la spedizione cibo attraverso i luoghi dove i
dirottatori sono soliti fermare le spedizioni di aiuto per tenere gli americani
o i locali in ostaggio. Ascolto Ros, pur guardando Anastasia con gli occhi
fissi. Devo prenderla di nuovo e ricordarle esattamente che lei mi appartiene.
Sembra confusa, persa e incredibilmente piccola nella mia stanza enorme. Lei
abbassa lo sguardo ancora una volta, torcendosi le mani nervosamente.
Metà
della mia testa ascolta Ros, ma sono troppo occupato a pensare e guardare
Anastasia. Riesco a ritornare alla realtà solo quando Ros mi chiede, “Quali
sono I suoi ordini Mr Grey?”
“Non
ho intenzione di mettere a rischio l’equipaggio.”
“Vuole
provare una strada diversa?” mi chiede.
“No,
annulla tutto… faremo via aria…”
“Come
desidera signore.”
“Perfetto,”
dico e riaggancio, senza mai distogliere lo sguardo da Anastasia.
Anche
i pochi minuti al telefono, facendo altro, non ha aiutato e la mia rabbia non
si è placata. Se lei avesse firmato il contratto, a quest’ora sarebbe stata
punita per aver ricevuto quella telefonata da quel figlio di puttana. Ma lei
non l’ha ancora fatto. Quindi deve leggerlo il prima possibile. La guardo
ancora una volta e poi vado nel mio studio e le porto il contratto stampato.
Glielo metto in mano seccamente. “Questo è il contratto,” dico, “vorrei che lo
leggessi. Ne discuteremo il prossimo week end. Potrei suggerire che tu faccia
qualche ricerca per capire meglio a cosa vai incontro?” prendo fiato. “Questo è
se sei d’accordo,” dico, ma l’ansia aumenta dentro di me vista la possibilità
che lei non accetti. I miei occhi si ammorbidiscono e quando parlo nuovamente
con lei il tono è diverso, “spero davvero accetterai il nostro accordo
Anastasia …”
“Ricerca
… in che modo?” Chiede.
“È
possibile trovare un sacco di informazioni su Internet.” Dico, e tutto ad un
tratto il suo viso crolla. Non vuole il nostro accordo? Cosa c’è che non va? La
sua espressione mi inquieta. Cosa accadrebbe se mi trovasse opprimente e
decidesse di non accettare ciò che le sto chiedendo di fare?
“Cosa
c’è che non va?” Chiedo.
“Io
non ho un computer. Potrei chiedere a Kate se posso usare il suo computer
portatile.” Oh … Posso risolvere questo problema facilmente. E le consegno la
grande busta contenente il contratto.
Conoscendo
la sua repulsione nel riceve regali devio la cosa, “Suppongo che potrei
prestarti uno dei miei. Prendi le tue cose. Ti riaccompagno a Portland, e ci
fermeremo a mangiare qualcosa per strada. Ora vado a vestirmi, se vuoi
scusarmi.” Le dico.
“Devo
fare una telefonata,” mormora. Mi rabbuio. Chi deve chiamare?
Devo saperlo. “Il fotografo?” chiedo serrando la mascella e contendendo a stento la rabbia. Lei mi guarda confusa.
“Ricorda
Miss Steele,” le dico in tono brusco, “Io. Non. Condivido.” Lei è presa alla
sprovvista e mi lancia uno sguardo che dice chiaramente “qual è il tuo
problema?” Ma io non mi smuovo.
“Solo
cerca di ricordarlo.” Le dico in tono freddo, ed improvvisamente sembrando distaccato.
Torno nella cabina armadio, lasciandola sola in mezzo alla stanza, senza parole
dopo il mio breve rimprovero. Metto un paio di abiti in una valigia per la
cerimonia delle lauree a Portland. Sono pronto per partire, ma ancora
arrabbiato. Prendo la mia borsa ed esco in soggiorno. La mia mente si sta
ancora riprendendo. Lei non ha ancora firmato il contratto. Se l’avesse fatto,
sarebbe stata una situazione diversa. Ma in questo momento, non ho alcun
controllo su di lei. E’ la cosa che mi fa arrabbiare di più, ma faccio del mio
meglio per essere gentile. E’ ancora in piedi dove l’ho lasciata quando esco
dalla porta. Questa situazione di non avere alcun controllo su quello che fa, e
il suo essere perfettamente all’oscuro delle mie aspettative, desideri e
richieste mi sta facendo sentire a disagio. Voglio farle sapere le mie regole,
voglio che impari a seguirle. Se dovesse infrangerle, come ha fatto oggi
parlando con quello stronzo, potrei punirla, correggendo il suo comportamento,
e soddisfando me stesso, così imparerebbe a comportarsi secondo le mie
direttive
Mi
fermo alla porta “Pronta?” chiedo. Lei annuisce incerta ai miei occhi stretti.
Metto la giacca di pelle. Vedo i suoi occhi che mi guardano. Approvo. Lei
sospira cercando di non darlo a vedere. Mi sono calmato, ma non lo do’ a
vedere.
“A
domani,” dico a Taylor ricordandogli che dovrà raggiungermi a Portland.
“Certo
signore. Che auto prende?” chiede.
“La
R8.”
“Faccia
buon viaggio Mr Grey. Miss Steele,” dice.
Lo
sguardo che Taylor da a me e ad Anastasia è strano. Forse anche lui si sta già
affezionando a lei. Non è difficile. Conoscendo i miei modi subdoli, può avere
le sue opinioni del mio stile di vita, ma non mi importa quali sono. Fa parte
del mio staff. Io sono il suo capo. Taylor è con me da quattro anni. Conosce la
mia Stanza dei Giochi e quello che succede, e ha conosciuto quasi tutte le mie
sottomesse. Ma sa anche che lo stile di vita Dominatore-Sottomessa era una loro
scelta. Questo mi da come un senso di colpa, perché non è così per Anastasia.
Non ha mai fatto sesso prima, figurarsi il tipo di relazione alla quale sono
interessato. Taylor apre le porte per noi e la sua espressione è piatta e non
fa trasparire nulla. Chiamo l’ascensore. Anastasia è pensierosa. Sta
rimuginando qualcosa nella sua testa. Ho imparato a conoscere molto bene questa
parte di lei in solo due giorni.
Non
posso lasciare che lei continui a sovraccaricarsi di pensieri, e che poi decida
di lasciarmi senza dire la mia opinione. Dobbiamo parlare. Voglio che questa
cosa funzioni. Ho bisogno di questo … In realtà, non ho mai voluto niente, così
tanto! Sono sensazioni strana che attraversano il mio corpo e la mia mente.
Tutto quello che so è che la voglio. Non posso sopportare questa suspense.
“Cosa c’è Anastasia?”
“A
cosa stai pensando?”
Mi guarda sorpresa. Sa che ho capito che sta pensando a qualcosa. Oh! Si sta mordendo il labbro … I suoi denti … Gemo e cerco di liberare la mia mente da quella scena.
“Smettila
di morderti quel fottuto labbro, Ana. Oppure ti scopo seduta stante in
ascensore e non me frega un cazzo di quelli che entreranno con noi!”
Tonight by Enrique Iglesias
Mi
guarda restando a bocca aperta e diventando scarlatta. Perché le sue reazioni
sono così fottutamente sexy per me? Tutto ad un tratto, lei sembra così
giovane, così innocente, troppo innocente. Non posso fare a meno di sorridere.
Con uno sguardo, con un arrossamento, sposta il mio stato d’animo dall’inferno
al paradiso! E’ una bellissima, magica donna! Sono in soggezione con lei.
Black Magic Woman by Santana
Finalmente
parla “Christian, ho un problema”
Un
problema? Sono tutto orecchi. Che tipo di problema?
“Oh?”
Lei ha la mia completa attenzione, e sto trattenendo il respiro. Quando
l’ascensore arriva, con un balzo, la porta si apre la faccio entrare, ma sono
ancora in attesa che lei mi dica qual è il problema. Premo per il livello 0.
Alzo le sopracciglia e cerco di convincerla a parlare del suo problema.
“Per
favore, vai avanti,” dico.
“Uhm…
Beh, questa …” dice, e si ferma, guardandosi le mani, torcendosele come se
fosse in possesso di un indizio segreto per aiutarla a parlare. Poi ritrova la
sua determinazione, e parla: “Guarda. Ho davvero bisogno di parlare con Kate.
Ho bisogno di chiederle alcune cose sul sesso, e visto che tu sei coinvolto,
non credo che sia una buona idea per me farti determinate domande. Vedi, tu
vuoi che io faccia una lista di cose, ed eseguire …” dice arrossendo e
completamente persa, la guardo cercando di capire cosa nascondo le sue parole.
“Ho
solo bisogno di parlare con lei. Non ho punti di è riferimento, nessuna
esperienza, e tu, non vuoi farmi parlare con nessuno, ma solo con te, beh, non
aiuta …” Sembra implorante. “Ho davvero bisogno del suo aiuto. Sai, da ragazza
a ragazza. Beh, non lo so. Ma devo parlare con lei … Per favore?” Chiede.
Oddio!
Come puoi dire no ad una richiesta fatta in questo modo? Alzo gli occhi al
cielo, “Va bene,” annuisco, se per lei è così importate, “puoi parlare con lei
se ne senti la necessità.” Mi fa esasperare a volte. Ma devo ricordarle che la
sua compagna di stanza ha una specie di storia con Elliott mio fratello e devo
sincerarmi del fatto che lei non gli riveli nulla di me. Tutto ad un tratto,
sento che lei va sulla difensiva, cercando di sostenere la sua compagna di
stanza, la sua migliore amica. E’ completamente con lei. La difende! E’ leale.
Mi piace!
“Kate
non lo farebbe mai!” dice stando sempre dalla parte dell’amica. “Così come, se
lei mi dicesse qualcosa di Elliott io non correrei da te per parlartene!”
Scuoto
la testa “Vedi, a me non interessa nulla della vita sessuale di mio fratello,
con chi dorme o come lo fa. In sostanza quello che fa non rientra nella mia
schiera di interessi. Ma, io sono un interesse per lui,” mormoro. “Mio fratello
è un bastardo ficcanaso, e ti posso assicurare che è profondamente interessato
a quello che abbiamo fatto sin’ora o a ciò che avremmo potuto fare,” l’avverto.
“Se
Kate sapesse cosa ho intenzione di fare di fare con te, credo che metterebbe le
mie palle su un piatto,” dico sottovoce. Lei è esattamente come me.
Determinata, va dritto al punto e ha le palle.
“Okay,
va bene,” acconsente anche con un cenno della testa. La sua risposta mi fa
sorridere. Prima lei si sottometterà a me, prima potrò dirle quello che voglio,
senza dover continuamente negoziare, e senza che io sia continuamente sull’orlo
dell’esasperazione. Voglio davvero che firmi il contratto, e al più presto.
“Prima
sarai la mia sottomessa, prima finirà tutto questo,” dico a bassa voce.
“Finire
cosa?” chiede confusa.
Come
può non capire cosa sta facendo? Sta andando contro la mia volontà, nonostante
le abbia chiaramente detto che avrei risposto io a tutte le sue domande. Voglio
essere io il suo insegnante. Ha firmato un accordo di riservatezza il che
significa che non dovrebbe parlare con nessuno, ma lei vuole comunque
discuterne con la sua compagna di stanza, quando ha firmato un documento che le
vieta di farlo. E ‘esasperante. Sospiro e le dico “Finirai di sfidarmi.”
E’
confusa e incredula. Raggiungiamo il garage e l’ascensore si apre, le alzo la
testa e la bacio dolcemente. La prendo per mano e la guido fuori, mentre ci
incamminiamo verso la R8 nera.
“Bella macchina,” mormora seccamente quando la
vede. Si sta prendendo gioco di me? Mi piace molto il suo modo di prendermi in
giro. Lo fa in modo che … non me lo spiegare. Mi ritrovo a sorridere, “lo so,”
dico. E’ la mia altra piccola, oltre ad Anastasia naturalmente. Non importa
quanto lei mi faccia ribollire il sangue di rabbia con la sua arroganza, con le
sue pungenti osservazioni e il suo comportamento innocente, mi sento come un
altro giovane con lei. Solo io, Christian … nessuna anima oscura, nessuna
cazzata di merda dal mio passato. Solo un uomo giovane, che decide di portare
una giovane donna fuori per un giro durante una bella giornata, in modo così
cristallino, chiaro, semplice … in modo così ordinario.
We Are Young by Fun ft. Jeanelle Monae
Tutto
ad un tratto sento il desiderio di mostrarle tutto. Voglio portare il mondo ai
suoi piedi. Le prendo la mano, e la guido verso la portiera del passeggero,
aprendogliela . Entra in macchina e tutto e la sento dire “whoa …” trovandola
sorprendentemente bassa. Sorrido. E’un’auto sportiva piccola, il baricentro è
basso per la velocità. Mi dirigo verso il lato del conducente e entro con
facilità in auto.
“Che
tipo di auto è questa?” chiede
“E’
un Audi R8 Spyder. Visto che è una bella giornata abbasseremo la capote, dovrei
avere un paio cappellini da baseball nel vano portaoggetti. Potresti prenderli
per favore?”
“Puoi
usare anche gli occhiali da sole,” aggiungo. Lei annuisce. Quando ci sistemiamo
le cinture sicurezza e i berretti da baseball accendo l’auto. Il lettore MP3 si
accende automaticamente e Bruce Springsteen inizia a cantare. Che bella canzone
per questa bella giornata con una bella donna. Non posso fare a meno di
sorridere con gioia, e dire “Adoro Bruce,” e mi dirigo fuori dal parcheggio
dell’Escala. E’ una bella mattina di maggio a Seattle. Guidiamo in mezzo al
traffico. Mi sono perso nei pensieri su di lei. Di questa bella donna seduta
accanto a me. Così vicino, eppure così lontano. Cosa ne pensa del contenuto del
contratto? Riuscirà a essere d’accordo? Sarà spaventata e correrà via? Scuoto
la testa cercando di tirarmi fuori da questo pensieri e mi concentro sulla
canzone di Bruce.
I'm on Fire by Bruce Springsteen
Guido
sulla I-5 in direzione sud verso Portland. Il vento passa oltre i nostri
cappelli e gli occhiali da sole. Quando Bruce dice, “Posso portarti più in alto
… Oh, vado in fiamme,” rivolgo il mio sguardo ad Anastasia. Lei non ha idea che
questa canzone rispecchia quello che sento per lei. Anche io mi sveglio nel
cuore della notte con le lenzuola madide di sudore, dai miei incubi, e quello
che sento è come lui lo descrive: “come un treno merci che corre attraverso la
mia testa,” e Anastasia non ha attenuato il mio desiderio? Come potrei
lasciarla andare? Non capisce quando la desidero?
Com’è
possibile che qualcuno che ho appena sconosciuto significhi così tanto per me?
Come potrei farle spazio nella mia anima oscura, così in fretta? Come può
essere che una persona con una tale innocenza possa farmi questo? Sono in
fiamme per lei … Se solo lei lo sapesse.
Dannazione! Tutto quello che posso fare è a guardarla. Io sono il fuoco, il desiderio e ho bisogno di lei,
un sorriso mi si disegna sulla labbra. Allungo una mano verso di lei e la metto
sul suo ginocchio, stringendo delicatamente. La sua risposta è automatica. Non
appena ci tocchiamo, la corrente comincia a scorrere, tra noi.
“Hai
fame?” chiedo, con desiderio.
“Non
proprio,” risponde. Sono dispiaciuto perché lei non mangia quasi nulla anche se
ho capito che lei ha fame di me. Ma questa è una delle mie regole: deve
mangiare correttamente per mantenersi in buona salute. Glielo sottolineo.
“Ti
porto a un ottimo ristorante vicino a Olympia.” Lei sospira, nascondo un
piccolo sorriso. Le stringo nuovamente il ginocchio. E ben presto il suo
respiro si spezza. Lei vuole di più. Tolgo la mia mano e la rimetto sul
volante. Aspettative. Questa è la metà del divertimento, e il sesso è solo
amplificato con molte sfaccettature. Ed è un ottimo strumento per il controllo.
Una cosa che ho imparato molto, molto bene. Spingo il piede sull’acceleratore e
prendo velocità, mentre Anastasia mi guarda con un diverso tipo di fame.
Arriviamo
al ristorante. Non è un posto grande, ma un locale piccolo e suggestivo con
sedie spaiate e tovaglie casuali. Il cibo è comunque molto buono, anche se è
troppo semplice.
“Che
cosa mangiamo?” Chiede sospettosa.
“Oh,
qualsiasi cosa abbiano preparato o raccolto. E’ sempre tutto molto buono.”
Faccio una smorfia e lei sorride vedendo la mia espressione. E’ un bel suono,
spensierato e giovane. Lo adoro. La cameriera arriva per prendere l’ordine per
le bevande. Lei si mette in mostra cercando di attirare la mia attenzione,
scuotendo la frangetta bionda, ma io la ignoro e con la coda dell’occhio
osservo il comportamento di Anastasia che la osserva e intanto prova a controllare
la mia reazione. Approvo! E’ gelosa e questo fa si che qualcosa scatti in me, e
sento la mia erezione crescere.
Sapendo
che Anastasia non sa nulla di vini ordino due bicchieri di Pinot Grigio, ma
vedo che le sue labbra di contraggono in segno di disapprovazione. Sono
frustrato. Io conosco I vini e lei no. Le chiedo di scatto, “Che c’è?”
Lei
indietreggia e abbassa lo sguardo, “Volevo una Diet Coke,” sussurra.
No.
Non è una buona scelta. Prima di tutto, la saccarina che contiene causa il
cancro. E la mia scelta di vino è perfetta. E si accosta perfettamente con
qualsiasi cosa questo posto possa offrirci da mangiare. Lei annuisce quando
glielo spiego.
Sono
preso alla sprovvista da questa sua approvazione, quando solitamente avrebbe
contestato.
“A
mia madre sei piaciuta,” dico cambiando argomento, e lei resta sorpresa.
“Davvero?” mi chiede diventando rossa. Fa sempre fatica ad accettare i
complimenti anche se, se li merita tutti.
“Si,”
sorrido, “mia madre ha sempre pensato che fossi gay, e credo che si aspettasse
che dalla mia stanza uscisse un ragazzo.” Lei aggrotta le sopracciglia
“Perché
mai tua madre avrebbe dovuto pensare una cosa simile?” chiede confusa
“Perché
lei non mi ha mai visto con una ragazza.” La sua testa scatta improvvisamente
verso l’alto e sbotta:
“Con
nessuna delle quindici”?
Sorrido.
Se lo ricorda. Ha prestato attenzione.
“No,
nessuna di loro. Questa era la prima volta,” dico. “Tu sei la prima che lei
abbia mai visto. In effetti, questo week end è stato quello delle prime volte
per me.”
“Veramente?”
chiede dolcemente e innocentemente.
“Si,”rispondo
altrettanto dolcemente, “sei la prima donna con cui abbia dormito. Sai, dormito
dormito,” sorrido, “la prima con cui abbia fatto sesso nel mio letto,” dico con
desiderio e col fuoco che brucia dentro me, “la prima ragazza che ho portato su
Charlie Tango, e la prima che abbia presentato a mia madre. Cosa mi stai
facendo? Mi hai completamente stregato!” Dico completamente disarmato e
guardandola intensamente. Potrei mai immaginare di restare senza di lei, anche
se la conosco da così poco tempo? Il mio subconscio dice “tristemente, no”.
Hard to Say I'm Sorry by Boyz to Men
Dopo
che i nostri vini sono arrivati, lei prende il bicchiere e beve un sorso per
raccogliere un po’ di coraggio per qualcosa che vuole dire. Il mio sguardo si
sofferma su di lei. “Ho davvero apprezzato questo weekend Christian,” sussurra.
I miei occhi si stringono e il mio respiro di mozza. Come può farmi ansimare
con sei semplici parole? Perché il mio nome che esce dalle sue labbra è così
dannatamente sexy? Si morde il labbro, assente.
“Smettila
di morderti il labbro Anastasia,” ringhio ben sapendo che questa sarà la mia
rovina e la mia erezione è in aumento. Lei resta senza fiato e libera labbro
dai suoi denti. “Anche io mi sono divertito molto,” dico con voce roca.
“Uhm,
Christian, posso chiederti una cosa?” Sussurra, come se non volesse che altri
la sentano. “Certo,” dico mantenendo lo sguardo su di lei, intensamente.
La
sua voce si fa ancora più bassa, “Che cosa è il sesso alla vaniglia?” chiede
facendomi sorridere.
“E’
solo semplice sesso, senza giocattoli. Senza nessun gingillo … Sai …”sorrido
ricordando. Lei non sa. Mi da un piacere inaspettato. Io sono la sua prima
volta. “Beh, non lo sai. Ma questo è quello che è.”
“Oh,”
dice ancora speculando e rimuginando su qualcosa nella sua testa.
Quando
il cibo arriva, ignoro la cameriera. Non che sia interessato a lei. Come potrei
essere interessato a qualcuno oltre ad Anastasia? Quando lascia il cibo e se
va, Anastasia sogghigna e questo è un suono meraviglioso per me. Così spensierato,
così melodico, così degno di lei. Perfettamente incantevole!
“Christian?”
chiede “Perché non hai mai fatto sesso alla vaniglia prima d’ora? Hai sempre
fatto … Sai … hai sempre avuto queste preferenze particolari?“ Io annuisco e
sospiro. Come potrei spiegarle che Elena mi ha sedotto in giovane età, e che
non ho conosciuto nient’altro? Mi guarda attendendo una risposta. Decido per la
verità: “Un’amica di mia madre mi ha sedotto quando avevo quindici anni.”
Lei
rimane a bocca aperta e sul suo viso diventa triste.
“Oh,”
sento insieme ad un sospiro. Leggo le sue labbra dire, “mio Dio!” ma nessun
suono fuoriesce dalla sua bocca. Il suo sguardo cambia
“Lei
aveva gusti particolari. Sono stato il suo sottomesso per sei anni,” mi stringo
le spalle. E’ il passato.
La
sua bocca resta aperta. E per la prima volta resta senza parole. “Vale a dire,
che so cosa comporta Anastasia.” Continua a guardarmi come se stesse cercando
di focalizzare quello che le ho detto, come se stesse cercando di digerire
qualcosa di non buono, e che le sta facendo male.
Alzo
la testa, “Vedi Anastasia, non ho avuto una normale introduzione al sesso.”
Dalle
sue labbra esce finalmente un suono.
“Lascia
che te lo chieda: hai mai … avuto una ragazza al college?”
“No,”
dico scuotendo la testa.
“Perché
no?”
Non
penso che lei voglia davvero conoscere la risposta a questa domanda, ma glielo
chiedo comunque.
“Vuoi
davvero che ti risponda?”
“Si!”
dice fermamente. Lei è curiosa.
“Non
volevo. Lei era tutto quello che cercavo, di cui avevo bisogno. E inoltre, se
l’avessi fatto, lei mi avrebbe picchiato senza pietà,” sorrido con affetto
ripensandoci. Mi ha picchiato talmente tanto che avrei potuto camminare da
Seattle fino ad Hong Kong. I suoi occhi sono oscurati dalla rabbia e la
mascella è serrata, ma parla con calma.
“Hai
detto che era un’amica di tua madre. Quanti anni aveva?” Dove voglia parare non
so, ma le rispondo.
“Oh,
era abbastanza grande per saperci fare,” dico con qualche ripensamento.
“La
vedi ancora?” mi chiede rabbiosa.
“Si,”
dico con calma.
E’
sconcertata e preoccupata, posso vederlo dai suoi occhi.
“Hai
… beh … fatto ancora …?” non finisce la frase, I suoi occhi sono mi guardano
con intenzione, e pieni di preoccupazione, il suo viso è bianco come un
lenzuolo. Non l’ho vista sentirsi così male da quando ha “concimato” l’aiuola
sul marciapiedi di quel bar.
“No,”
dico scuotendo la testa. Sono davvero contento di vedere che lei sia gelosa,
come in una sorta di competizione. “Lei è solo una buona amica,” aggiungo.
Poi
mi fa la domanda più stupida che potesse farmi, più stupida di quando mi
chiese, “Lei è gay, Mr Grey?”
“Hmm.
Tua mamma lo sa?”
“Certo
che no.” Che cosa va pensando? Mamma, sai, una delle tue amiche mi ha sedotto
quando avevo quindici anni e abbiamo avuto una relazione lunga sei anni. Ma ora
siamo solo buoni amici. Mia mamma non avrebbe mai campito la complessità del
nostro rapporto.
Lei
rimane in silenzio. Sta pensando, e ripensando. Sta rimuginando su quello che
ha sentito e non le piace. Prende un sorso di vino. Il cibo arriva, ma lei lo
guarda come se fosse un piatto di merda.
“A
tempo pieno?”
“Cosa?”
“Sei
stato suo sottomesso a tempo pieno?”
Oh…
“Si, ma non la vedevo sempre. Era complicato. Prima ero troppo giovane e andavo
al liceo. Poi al college,” lei rimane di nuovo senza parole. “Anastasia mangia
per favore.”
“Non
ho fame Mr. Grey,” risponde in modo distante.
“Mangia!”
dico con fermezza, lentamente e con tono minaccioso. Lei mi lancia
un’occhiataccia. Non sembra preoccuparsi il mio tono di voce.
“Ho
bisogno di un minuto,” dice, sorprendendomi. Ha ragione. Troppe informazioni da
assimilare.
“Certo”
dico.
Lei
sta pensando di nuovo. Non voglio che il mio passato di merda influenzi la sua
decisione. Sembra preoccupata. Aspetto che mi parli. Finalmente lei dice
qualcosa.
“Sarà
… uhm…” prova a trovare la parola giusta, ”… così la nostra relazione?”
“Tu,
mi comanderai, dandomi ordini?”
“Si,”
confermo. Ma sarà molto più di questo.
“Capisco,”
dice con voce piatta.
“E’
molto di più di questo Anastasia… Quando inizierai a sottomettermi a me, sarà
quello che veramente vuoi,” dico a bassa voce.
Lei
sembra scettica. Il suo viso sembra dire: “Sì amico giusto!” Lei socchiude gli
occhi abbassa gli occhi azzurri e guarda le sue piccole mani, questa volta
anche le mani sono incapaci di muoversi, sono immobili, come lei.
“E’
un grande passo per me,” dice, poi prende e addenta il cibo che ha nel piatto.
“Lo
so,” dico. Non voglio che dipenda da me la sua scelta. Voglio che la sua mente
resti libera. Non posso e non voglio influenzare la sua decisione in un senso o
nell’altro. Lei merita di meglio. Sta a lei. Dev’essere lei a prendere la
decisione finale.
“Guarda
Ana, fai le tue ricerche, leggi il contratto e segui il tuo istinti. Se hai
difficoltà a capire qualcosa, sarò più che contento di spiegarti. Sarò a
Portland fino venerdì. Quindi, se vuoi parlarne, prima di allora voglio dire,
chiamami.” Sono nervoso per la prima volta di fronte a lei. E’ intelligente, è
bella, lei ha talento e per di più, lei è un negoziatrice, inaspettato per una
che sembra una sottomessa, ma troppo indipendente.
“Vuoi
chiamarmi Anastasia? Forse possiamo cenare Mercoledì?”Chiedo. Lei non dice
nulla. Non da’ a vedere nulla. Resta impassibile e lo fa meglio di me in questo
momento. Merda! E se questa non fosse impassibilità ma la decisione di non
accettare? Io non ce la faccio. Deve almeno prende in considerazione la cosa.
“Anastasia?”
Chiedo. “Voglio veramente che questa cosa funzioni. A dire il vero non ho mai
voluto nulla così tanto.” Non quando ho fondato la mia azienda, non quando ho
trovato un’altra donna. È lei! Questa donna mi ho reclamato in ogni modo. La
voglio. Ho bisogno di lei! I miei occhi bruciano di desiderio per lei! “Dì
qualcosa Ana …” la mia voce è implorante.
La
sua domanda mi sorprende: “Che cosa è successo alle quindici?” sbotta.
“Dipende
… un po’ questo un po’ quello … tutto qui Anastasia. Eravamo incompatibili.” E’
davvero così. Non ero compatibile con nessuna di loro. Vedo paura nei suoi
occhi. Perché? Vedo incredulità.
“Se
non eri compatibile con nessuna delle tue sottomesse “addestrate” e ne hai
avute quindici, cosa ti fa pensare …” dice con voce appena udibile, quasi
preoccupata, “cosa ti fa pensare che io, che non so nulla di queste cose, sia
compatibile con te?”
“Tu
lo sei!” dico con fervore. “Credimi lo so!” voglio che lo sappia, che mi creda,
perché è la verità!
“Vedi
ancora qualcuno di loro?” chiede con preoccupazione e un pizzico di gelosia. Le
piaccio ancora, nonostante tutto quello che le ho detto.
“No
Anastasia! Non sto frequentando nessuna di loro. Sono monogamo nelle mie
relazioni. Non ho partner multipli.“ Voglio che sappia che sarà l’unica con cui
stringerò quell’accordo.
Non
da’ a vedere nulla, “Capisco,” mormora. Non da a vedere nulla. Sarà sollevata?
“Fai
le tue ricerche. Avrai un quadro d’insieme migliore,” dico. Posa la forchetta e
capisco che ha finito di mangiare. Non posso vederla non mangiare. Non ha
mangiato praticamente nulla in due giorni. Non so come riesca a restare in
piedi senza mangiare. Questa è un’altra ragione per cui dovrebbe firmare il
contratto, cosicché possa avere il controllo e possa preoccuparmi di lei e far
si che si prenda cura di se stessa.
“E’
tutto qui quello che hai intenzione di mangiare?” chiedo serrando le labbra.
Non
dice nulla, annuisce soltanto. Non voglio andare oltre e non voglio forzare la
cosa. Ho le mie battaglie da combattere con lei. E il cibo è l’ultimo dei miei
problemi al momento. Finisco tutto quello che ho nel piatto, mentre lei si
agita sulla sedia. E’ assorta nei suoi pensieri, sta analizzando tutto quello
che le ho detto, e le stanno sicuramente passando un milione di pensieri per la
testa. Le sue espressioni cambiano in continuazione. Cosa darei per sapere a
cosa sta pensando in questo momento. E lei continua a agitarsi … a disagio.
Questo potrebbe essere dovuto al fatto di averla conquistata.
“Darei
qualsiasi cosa per sapere quello a cui pensi adesso,” sussurro. Lei arrossisce
sin sopra l’attaccatura dei capelli. Lo vedo. Questo è quello a cui sta
pensando. Dove sono stato, come l’ho avuta e mi piace sapere che ho
quest’effetto su di lei. Le sorrido dolcemente.
“Potrei
provare ad indovinare.”
“Sei
sicuro di non saper leggere nel pensiero?”
“No,
non ne sono capace. Ma so leggere il tuo corpo L’ho studiato per due giorni
ricordi? E penso di aver imparato abbastanza bene,” le dico con voce seducente.
La desidero. Anche io ricordo la nostra esperienza. Sono troppo preso da lei.
Chiamo
la cameriera e mi faccio portare il conto. Pago e ci prepariamo ad uscire. Le
offro la mano. Quando le sue dita toccano le mie, la connessione tra noi
riaffiora, e ci da’ un dannato piacere. Anche lei lo sente. E’ nel suo respiro.
La seguo fino alla macchina, le apro la portiera del passeggero e lei sale in
auto. E’ tranquilla e sta pensando a tutto quello che le ho detto questo
mattina. Voglio che tutto funzioni. E se dicesse no? Potrei lasciarla andare?
Andrebbe bene se con lei ci fosse qualche altro stronzo come il fotografo o
come il Princtoniano, che ho visto al negozio di ferramenta?
Devo
fare in modo di farle decidere, ma sto morendo di gelosia. Dio! Le do un
sguardo obliquo. La sua vicinanza è inebriante. L’aria è carica di elettricità,
e il suo profumo è eccitante.
Esco
dalla superstrada. Arrivo nella sua zona, e, infine, nel suo complesso di
appartamenti, e parcheggio spegnendo il motore.
Per
un momento ci guardiamo senza parlare. Alla fine, lei prende coraggio e con una
certa emozione mi chiede, “Vuoi entrare Christian?” E’ voglia? Desiderio?
“Non
posso. Devo lavorare. Ho parecchi arretrati,” rispondo. Vorrei ma devo
lasciarle i suoi spazi. Non posso starle troppo vicino. Devo prendermi i miei
spazi. Devo testare me stesso, devo capire se è un desiderio reale, o se è una
cosa momentanea. Devo capire se è quello che voglio. E la sua vicinanza è
troppo eccitante.
La
mia risposta la rattrista, ma lei abbassa lo sguardo per non dare a vedere le
sue emozioni. Dannazione! Non riesco. Le prendo la mano e inizio a baciarle le
nocche facendola sussultare. Mi ritrovo a fare cose che normalmente non avrei
mai fatto. Resta stupita dal mio gesto. Siamo chiusi ancora una volta nel
nostro piccolo mondo, come una bolla.
Il
mio cervello si collega con il resto del mio corpo e le mie gambe trovano la
loro funzione. Esco dalla macchina e vado ad aprire la portiera del lato
passeggero. Tendo la mia mano per aiutarla ad uscire e lei accetta. Sono
emozioni nuove.
“Grazie
ancora per questo fine settimana, Anastasia,” sussurro “E ‘stato fantastico!”
Sì, semplicemente fantastico. Non ricordo di avere avuto uno migliore. Mai!
“Che ne dici, mercoledì? Ti passo a prendere dal lavoro, o dovunque tu vuoi che
io venga a prenderti… ” la mia voce si affievolisce dolcemente.
I Don't Wanna Fall in Love - Chris Isaac
“Mercoledì,”
dice semplicemente. Le bacio la mano. Gira la testa di lato. E’ in un tumulto
emotivo. Sembra vuota, confusa e triste. Ma lei nasconde il suo volto
rivolgendo lo sguardo a terra. Mi ricorda il modo in cui lei se n’è andata dopo
il servizio fotografico. Cosa c’è di sbagliato? Mentre si allontana, si gira
verso di me con un ripensamento.
“Oh,
Christian,” lei mi ridesta dal mio groviglio di pensieri, “indosso le tue
mutande,” e mostra la molla dei miei boxer. Resto a bocca aperta. Sono
completamente scioccato! Mi ha scosso ancora una volta! Lei, in mutande, nei
miei boxer è così fottutamente sexy! Se non avessi del lavoro da fare, e se non
fossimo in un parcheggio aperto, l’avrei scopata sul cofano della mia macchina!
Lei sorride nel vedere la mia faccia, torna indietro compiaciuta, e se ne va
lasciandomi in piedi nel mio sguardo scioccato.
Cerco
di riprendere il controllo di me stesso e delle parti bassi del mio corpo.
Salgo in macchina e mi dirigo verso l’Heathman Hotel. Taylor dovrebbe essere lì
che mi aspetta. Raggiungo l’albergo, e un inserviente si precipita verso di me
con reverenza. Lancio a lui le chiavi.
“Mr
Grey!” saluta il portiere.
Prendo il mio Blackberry e premo il tasto di chiamata rapida.
“Sì,
signore,” risponde Taylor.
“Sono
qui,” dico.
“Sì,
signore, la sua solita suite è pronta. Ho portato tutto quello che ha chiesto.
“
“Ci
vediamo tra un attimo. Ho bisogno di essere informato.”
“Sì,
signore”, dice Taylor. Riaggancio.
Un’altra
settimana di attesa. Cazzo! Odio aspettare. E questa volta ho “assaggiato” Miss
Steele. Sarà molto più difficile aspettare fino a Mercoledì. Entro in albergo
con i miei pensieri per Anastasia. Sento già la sua mancanza.
Dannazione!
Odio aspettare con la passione! Non e’ il mio stile.
Mercoledì
poi. Non possono “non” avere un modo per rimanere in contatto con lei, senza
sapere cosa sta facendo, con chi sta parlando. Il pensiero mi sta già
uccidendo. Non posso rinunciare a lei … Non importa quanto giusto sia, voglio
essere con lei. Lei mi ha conquistato tanto quanto io ho conquistato lei. Per
ora, stai tranquillo Grey!
Entro
nell’hotel, passo attraverso la lobby, e trovo gli ascensori. Premere il tasto
di chiamata. Il ricordo di lei in quell’ascensore è ancora fresco. Ho capito
che se non posso averla, impazzirò! Così come mi ritrovo, sono più lacerato
della cintura di un ministro Battista ad una colazione a base di pancake dove
si mangia fino a scoppiare! Respira Grey, respira. Entro nell’ascensore, le
porte si chiudono e I miei pensieri sono per Anastasia.
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