CAPITOLO VI
Aroma di vaniglia
Tradotto da: 50 Shades Italia
Misuro
a grandi passi la stanza passandomi entrambe le mani nei capelli. Mi fermo,
“Perché Anastasia?” continuo a camminare su e giù. “Avresti dovuto dirmelo che
eri vergine!” dico senza aspettare la sua risposta.
“Beh,
scusi Mr Grey!” mi rimprovera “Solitamente non dico a chiunque incontri lo
stato della mia verginità. Per di più il discorso non è nemmeno stato
accennato prima d’ora. E comunque perché avrei dovuto? O cosa avrei dovuto
dire? Il mio nome è Anastasia Steele, la vergine!” dice esasperata, arrabbiata
e delusa. Mi chiede a voce bassa quasi con un senso di colpa, “Ad ogni modo,
perché sei arrabbiato con me?”
Sospiro,
“Perché adesso tu sai tante cose su di me. E non sono arrabbiato con te ma con
me stesso. Sospettavo fossi inesperta, ma vergine!” Oddio sono davvero
imbarazzato. Apro la bocca ma la richiudo subito. Ho perso le parole. Succede
spesso con lei.
“Quello
che ti ho appena mostrato…” dico puntando il dito verso il piano superiore. “O
mio Dio. Che tu possa perdonarmi! Hai almeno baciato qualcun altro prima di me?
O era la prima volta?”
Mi
guarda sfidandomi “Ma certo che l’avevo già fatto!” mi rimprovera
“Ma,
sei una donna bella e giovane! Nessun uomo ti ha mai fatto perdere la testa a
tal punto da farci sesso?” chiedo esasperato
“Non
ho mai conosciuto nessuno che mi piacesse abbastanza… Nessuno mi ha mai stregato a tal punto,” dice torturando le sue mani.
“Perché continui ad urlare con me Christian?” chiede guardandomi con I suoi
bellissimi occhi azzurri innocenti e feriti.
Taylor Swift - Love Story
“Non
lo sto facendo,” dico a bassa voce, “Ho presunto più di quanto avrei dovuto …”
Tutto ad un tratto ho questa sensazione di schiacciamento. Potrebbe scivolare
tra le dita. Non voglio approfittare di lei. Lei è più innocente di quanto
pensassi. “Vuoi andartene?” sussurro.
Alza
la testa di scatto “A dire la verità, no. Ma naturalmente se non mi vuoi, non
voglio imporre la mia presenza.” Resto senza fiato. Non voglio che vada. Mai.
“Non,”
sottolineo, “voglio che tu vada. Mi piaci qui. E ti stai mordendo il labbro,”
le dico con voce rauca.
“Scusa,”
mormora timidamente.
“Non
c’è bisogno di scusarsi Anastasia. Volevo mordere quel labbro … forte … Dalla
prima volta che ti ho vista.” dico con desiderio. Lei ansima rumorosamente
mostrando la sua voglia. Sono creta nelle sue mani. Le offro la mano che lei
prende distrattamente, “vieni con me,” dico. “Dobbiamo sistemare la tua
situazione.” Lei sembra perplessa.
“Quale
situazione?”
“La
tua verginità. Voglio fare l’amore con te Anastasia,” Le dico guardandola col
desiderio negli occhi.
“Sono
una situazione adesso?” dice trattenendo il respiro.
“Tu
hai una situazione, ma sia chiaro non voglio obbligarti. Cioè, se non vuoi, non
dobbiamo farlo,” La guardo con desiderio, implorante. Si ferma sui suoi passi,
la domanda e il desiderio attraversano i suoi occhi.
“Credevo
avessi detto che tu non fai l’amore. Tu fotti senza pietà,” deglutisce.
Le sue osservazioni semplici mi disarmano e aumentare il mio desiderio. Il mio
sorriso è salace e pieno di desiderio.
“Intendo
fare un’eccezione a questa regola, oppure combinare le due cose. Ma ora come
ora, voglio fare l’amore con te. Voglio che questa cosa funzioni Ana! “Dico
supplicandola “Non hai idea di quanto ti ho desiderato e voluto, sin dalla
prima volta che sei caduta nel mio ufficio”. Ma no n voglio che lei si faccia
un’idea sbagliata di me. Non son un tipo romantico. Ho bisogno di avere il
controllo, di avere quello che voglio e quello che mi aspetto. “Non sono tutto
cuori e fiori e questo non è romanticismo, ma l’inizio di una formazione. E’ il
mezzo per arrivare ad uno scopo. E’ un accordo che spero di portare aventi. E
spero che tu lo desideri quanto me!” Dico con fervore.
Lei
arrossisce sino all’attaccatura dei capelli
“Ma
Christian. Non ho fatto nulla della tua lista, e non so nulla, o non so come
soddisfare le tue richieste o i tuoi bisogni. Non se sono ….”arrossisce ancora
di più, “in grado di darti quello che vuoi. Quello di cui hai bisogno…” abbassa
lo sguardo
“Oh,
hai molto di più di quello che voglio. E per regole. Si fottano! Al momento non
me ne frega un cazzo! Sei tu
quella che voglio. E so che mi vuoi o mi volevi. Ma dato che sei ancora
qui, deduco che sia la prima opzione.” E sento come un rantolo di
desiderio provenire da lei che conferma la mia teoria.
Tonight - Enrique Iglesias
“Per
favore Anastasia! Permettimi di fare l’amore con te! Stai come stanotte!” Dico
con ardore, E le tendo la mano, nella speranza che lei dica ‘sì’. Mi guarda
stupefatta. Scioccata. Desiderosa. Ma incapace di muoversi. Per convincerla e
dimostrarle quanto la voglio, la tiro tra le mie braccia, la stringo a me, in
un solo gesto repentino. Rimango senza fiato per la sua vicinanza, il suo
profumo è inebriante. Il desiderio si riversa su di me, le passo le dita tra i
suoi capelli luminosi fino al collo lungo. Lei abbassa lo sguardo intimidita,
nascondendo i suoi bellissimi occhi. Voglio vederli. Le tiro i capelli verso il
basso facendole alzare lo sguardo. Voglio vedere nei suoi occhi il desiderio. Il
suo viso, il suo guardo dice che mi vuole. Mi desidera. Siamo stretti, incapaci
di allontanarci l’uno dall’altra.
Si
morde il labbro e la mia testa si perde. Con la mano destra le libero il labbro
dalla stretta dei suoi denti, e lo prendo con la bocca, succhiando voracemente.
Lei geme e questa è la mia rovina. La bacio con passione, la mia lingua invade
la sua bocca. Lei risponde al mio bacio e ci perdiamo l’uno nell’altro per un
tempo indefinito. La mia erezione preme contro di lei, esigendola.
“Per
favore Anastasia” supplico “Ti voglio. Ho bisogno di te. Voglio fare l’amore
con te”.
“Si,”
sussurra. Quella singola parola, detta da lei mi blocca il respiro. Chiudo gli
occhi e quando li riapro, il desiderio, la lascivia, sono già accesi per lei.
Con
la sua approvazione, le prendo la mano senza distogliere lo sguardo, e la porto
in camera da letto. E’ grande con le finestre che partono dal pavimento e
arrivano al soffitto, con la vista sulla città di Seattle. La mia camera è
ultra moderna: pareti bianche e un arredo blu pallido. Il letto a baldacchino è
di legno grigio. Le pareti hanno dipinti dell’Oceano. Lei dà un’occhiata
in giro, ma trema come una foglia. Il suo respiro è superficiale come
quello di un coniglio spaventato. Voglio che si senta a proprio agio. Mi
tolgo l’orologio e lo poso sul comò. Prendo la mia giacca, l’appoggio
delicatamente sulla sedia. Lei non distoglie mai lo sguardo. Guarda la
camicia di lino bianco e gli occhi indugiano sui miei jeans. I suoi occhi
viaggiano al mio torso e raggiungendo alla fine i miei capelli. Lascio la
camicia fuori dai jeans, tolgo lentamente le scarpe e i calzini. Mi sono appena
ricordato una cosa importante. Non voglio metterla incinta.
”Prendi
anticoncezionali, Anastasia?” chiedo dubbioso.
Lei
arrossisce, “No”, risponde. Annuisco. Le chiedo se lei preferisce le
persiane chiuse, lei dice che non ha importanza. E’ talmente nervosa che
non credo avrebbe risposto diversamente se le avessi chiesto di fare l’amore
con me sul balcone. Improvvisamente dice, “Pensavo che non permettessi a
nessuno di dormire nel tuo letto.”
Oh,
ho altre cose in mente, e nessuno delle quali comporta dormire. ”Non credo
che dormiremo,” le rispondo con un bagliore malvagio.
Lei
inspira bruscamente dicendo: “Oh.”
Ora
o mai più. L’attesa è esasperante, e io sono pronto ad esplodere. Vado verso di
lei, i miei occhi sono in fiamme. Posso vedere il desiderio in lei. Ci
guardiamo negli occhi. Lei è incredibilmente bella nella sua innocenza.
Voglio
tirarla fuori dai quei vestiti. Le tolgo la giacca delicatamente. Poso il mio
sguardo su di lei.
“Hai
la minima idea di quanto ti desidero Anastasia?” le chiedo. Sono pieno di
desiderio per questa bellissima donna. Mi ha sedotto, mi ha stregato. Guardo i
suoi bellissimi occhi azzurri con fervore e mi chino iniziando lentamente a
baciarla. Il mio bacio diventa pieno d’aspettativa e desideroso. Sento la
voglia di lei crescere, e a quel punto io sono suo; sono completamente, assolutamente e irrimediabilmente
legato a lei.
I'm Yours - Jason Mraz
Voglio
sentirla, le accarezzo la guancia, le labbra e il collo, e il desiderio ribolle
dentro di me. “Ha idea di quanto io voglia fare l’amore con te?” Le
chiedo sorprendendo anche me stesso. Mi chino e inizio a baciarle il visto, le
labbra, il collo e lei chiude gli occhi, in estasi. Le tolgo la camicia. Lei è
in piedi davanti a me, con indosso solo un reggiseno di pizzo azzurro e i jeans
neri e dentro di me la vedo come se fosse la Venere di Botticelli, ma più
bella, più innocente, più seducente. Mi perdo in lei. La sua pelle è così
pallida e perfetta. Voglio baciarne e toccarne ogni singolo centimetro
Quando capisce le mie intenzioni il suo respiro diventa affannoso e gli
occhi si spalancano.
Tocco
i suoi bellissimi capelli castani, “Adoro le brune” mormoro, e continuo ad
accarezzarli con le dita. Le lambisco le guance con la punta delle dita la
sensazione di scossa tra di noi, ancora una volta è palpabile. Non riesco a
trattenermi e le afferro la testa e la bacio appassionatamente. Invado la sua
bocca con la lingua incontrando la sua che timidamente ricambia il bacio. Gemo
con passione. La stringo a me, portando la mano verso il basso e stringendola
sempre di più al mio corpo, esplorando il suo fondoschiena fantastico. La mia
erezione è al massimo e spinge per uscire dai jeans.
Mi
chino per baciarla di nuovo, lei geme nella mia bocca, afferrando le mie
braccia. E anche se per me il toccare è un limite assoluto, adesso non ho tempo
per pensarci. Le sue mani si muovono tra i miei capelli, tirandoli, e per me è
sorprendentemente seducente. L’attesa mi sta uccidendo e prendo l’iniziativa.
La spingo verso il letto. Lei è in piedi, guardo il suo bel corpo, e muovo le
dita su di lei dal busto, ai fianchi, cado in ginocchio afferrandole i fianchi
tenendola ferma, e lei geme mentre giungo all’ombelico. Le mie labbra si
muovono su e giù e di lato, sapientemente, facendola dimenare.
Le
sue mani continuano a muoversi nei miei capelli, li tira, e la sua risposta è
tremendamente erotica. Il mio sguardo non la lascia i nostri sguardi
s’incrociano anche se lei ogni tanto chiude gli occhi e butta la testa
all’indietro, un segno di piacere che alimenta il mio desiderio sempre di più.
Il suo respiro aumenta e i nostri occhi sono pieni di cocente desiderio. Vado
verso il basso, le prendo un piede per toglierle la scarpa. Ripeto il processo
con l’altro piede. Lentamente le sfilo i calzini, mentre i suoi occhi sono
ancora chiusi. Con le mani inizio a risalire i jeans, fermandomi
strategicamente per massaggiarle le cosce. Allento il bottone e abbasso la zip.
Le mie mani sfiorano le gambe dentro i suoi pantaloni, sapientemente e
lentamente tirando verso il basso. Il suo respiro accelera, incendiando i suoi
occhi azzurri. Le tolgo i jeans, e muovo le mani sulle gambe nude.
Le
afferro i fianchi e inalo il suo profumo: non posso fare a meno di dirle quanto
sia buono. La sua eccitazione è un profumo inebriante. Lei sussulta quasi con
il mio tocco. La spingo sul letto. Afferro il suo piede costringendola a
guardami e le sfioro il collo del piede conoscendo gli effetti sul suo corpo.
Le sorrido salace senza distogliere lo sguardo dal suo. La mia lingua scorre
lungo il collo del piede, e le succhio l’alluce. Lei emette un forte gemito
buttando occhi e testa all’indietro. Potrei farla venire così. E’ così pronta
per me.
Le
mie mani si muovono lentamente lungo le sue bellissime gambe. Indossa solo
mutandine e reggiseno. Ho davanti a me una bellissima, timida e innocente
donna.
Le
parole mi scappano dalla bocca. “Anastasia sei bellissima. Non vedo l’ora di
essere dentro di te,” sussurro. E’ completamente sotto la mia influenza e io
sotto la sua. Le chiedo di masturbarsi. Con mia grande sorpresa mi dice
che non l’ha mai fatto. Oh, le possibilità! Credo che dovremmo sistemare questa
cosa. Mi tolgo i jeans. Le afferro le caviglie la tiro verso di me e le tengo
le gambe facendola stare ferma. “Stai ferma Ana,” e le lancio uno sguardo pieno
di passione. Inizio a baciarla nell’interno coscia fino ad arrivare le sue
mutandine. Lei si agita sotto di me.
“Oh,
piccola devo insegnarti a stare ferma,” dico, baciandole la pancia, risalendo
fino al petto. Sta bruciando di desiderio per me e stringe le lenzuola tra le
mani, le prendo una coppa del reggiseno e l’abbasso. Il suo seno esce e lo
prendo con il palmo della mano. Con l’altra abbasso l’altra coppa e inizio a
massaggiarle anche l’altro seno. Entriamo entrambi in estasi, e i suoi
capezzoli hanno iniziato ad indurirsi sotto le mie mani. Inizio a leccarle uno
dei suoi seni per poi soffiarci delicatamente sopra. Il suo capezzolo risponde
indurendosi e le mie dita tirano l’altro capezzolo. Il pensiero di lei che non
ha mai avuto un orgasmo mi dà un’idea. Tutto ad un tratto voglio farla venire
in questo modo, sotto il mio controllo, sotto il mio sguardo, e avere il suo
primo orgasmo sotto le mie dita. “Voglio farti venire in questo modo,”
sussurro. Lei è senza fiato e senza parole. La sua reazione è sufficiente per
annullarmi. Le mie dita e la lingua indugiano sui capezzoli, succhio e
massaggio, succhio e massaggio.
Lei
inarca la schiena ormai sopraffatta dal piacere e m’implora “Per favore
Christian…”
“Avanti,
piccola, vieni per me! Lasciati andare!” mormoro serrando sempre più forte i
denti al capezzolo e stimolando l’altro con le dita mentre gli spasmi
dell’orgasmo travolgono il suo corpo accrescendo il mio desiderio e
portandomi a baciarla con passione. Le mie mani si muovono lungo i fianchi e il
tronco, e attraverso i suoi seni. E’ molto sensibile al mio tocco e mi piace,
ma è necessario lavorare sul controllo, soprattutto ora che ho intenzione di
divertirmi parecchio con lei.
La
mia mano va verso il basso e vicino alle sue mutandine di pizzo. Le mie dita le
strappano con una mossa rapida. Il mio indice e il medio entrano dentro di lei,
e il palmo della mia mano copre il clitoride, dandole piacere. Lei è così
bagnata e pronta e io non vedo l’ora di essere dentro di lei alla fine. Tiro
via i miei jeans e i boxer liberando la mia erezione in pieno alla cui
vista lei sgrana gli occhi.
Le
mie dita si muovono dentro di lei, e sentirla bagnata mi fa venire voglia di
entrare dentro di lei. “Sei incredibilmente bagnata Ana! Oddio! Voglio entrare
dentro di te. Adesso!” I suoi occhi sono pieni di desiderio e spaventati per la
mia erezione. Cerco di calmarla dicendole che anche lei si sta
allargando. Ma voglio essere certo che lei lo voglia davvero. Devo essere
sicuro. Voglio ancora il suo permesso. La voglio e voglio che lei voglia me.
Qui è dove lei attraverserà la linea per venire dalla mia parte. La voglio così tanto chef a male!
ET - Katy Perry ft. Kanye West
“Sei
sicura Ana? Vuoi farlo davvero?”
“Si
Christian. Per favore. Non farmi supplicare….” dice, causando il mio
disfacimento.
Le
alzo le gambe per un facile accesso e più sensazioni. Strappo la bustina del
preservativo con la bocca e lo srotolo sulla mia erezione. Il mio sguardo è in
fiamme, “ho intenzione di fotterti senza pietà piccola…” dico, e entro dentro
di lei. Lei urla un involontario “ah!” un dolore piacevole. La mia erezione
lacera la sua verginità, e questa è la prima volta per me. Tutto ad un tratto
mi sono riempito di un senso a me estraneo di proprietà totale e assoluta, e
non posso, non voglio lasciarla andare. E’ tutta mia, e di nessun altro. La mia
pretesa, il mio profumo, la mia virilità sono su di lei, sostenendola,
amandola, facendo l’amore con lei, fottendola.
Rallento,
e aspettare che si adatti alla sensazione, per lei straniera, di avermi dentro
di lei. Ruoto l’anca una volta e mi tiro lentamente indietro dopo aver unito i
nostri sguardi, lei annuisce, pronta a ricevermi di nuovo. Spingo dentro di lei
ancora una volta, duramente. Lei geme lentamente. E’ vogliosa e pronta. Ne
vuole ancora. Voglio che me lo dica. Le chiedo, “Di nuovo?”
“Per
favore, si!” m’implora. Mi tiro indietro e ruoto i fianchi e spingo e
spingo e spingo dentro di lei più volte, come a sostenere che lei è mia. In
tutti i modi. In ogni modo. Tutta. Mia. Creiamo il nostro ritmo e lei impara a
rispondere alle mie spinte. Mi perdo in lei, nel suo viso, lo afferro e invado
la sua bocca baciandola con passione. La voglio in ogni modo! Inesorabilmente.
I nostri corpi si adattano perfettamente, nel dare e ricevere, e si venerano,
nel desiderio e nel sesso, lucidi coperti di sudore e calore. Il piacere e la
tensione giungono. Io sono stretto a lei quando arriva l’irrigidimento del
piacere. “Vieni per me, piccola,” ringhio, ad alta voce.
“Ti
… voglio … fottutamente…! Oh Ana! “Urlo, il suo nome come una litania sulle
labbra mentre crollo sul suo corpo. Il piacere scorre ancora attraverso i
nostro corpi e il mio respiro è ancora affannato così come il suo. La bacio
ancora una volta e esco da lei. Lei fa una smorfia. Le chiedo se le ho
fatto male. Sta arrossendo. E si morde le labbra.
“Rispondimi
Ana,” passo le mie dita sul labbro che adesso si sta mordendo.
“Non
mi sono mai, … mai … sentita così bene, nono sono mai stata così in estasi
prima…”mormora timidamente. Ghigno. “Vuoi farlo di nuovo?” Chiedo sfrenato.
“Assolutamente…”
mi risponde
“Veramente?”
sono compiaciuto, “sei una bambina esigente, Ana,” la prendo in giro. La faccio
voltare e le tolgo il reggiseno. Faccio scorrere le dita attraverso la sua
pelle perfetta. Lei nota che ho ancora indosso la camicia.
”Perché
hai ancora la camicia?” chiede. Non voglio essere toccato, ma non voglio farle
sapere quella parte di me. La tolgo rimanendo dietro di lei. Le sussurro
all’orecchio con desiderio “Allora Miss Steele, vuoi che ti scopi di nuovo?” Le
mie dita vanno dal fianco sino al seno, fino a formare una coppa suo sesso,
mentre le mie labbra lasciano baci dalle orecchie al collo.
Non
sono che all’inizio con lei. La blocco in quella posizione. Le sussurro che sto
per fotterla da dietro. Le tengo la gamba e con facilità entro ed esco da lei
con un movimento regolare, e la tengo ferma tra la mia mano e il mio corpo che
inizia a muoversi, rivendicandola ancora una volta. “Tu. Sei.. Mia …”. Martello
dentro di lei. Con ogni spinta rafforzo il mio diritto, la rendo mia, e la
marco con il mio profumo, il mio corpo e il mio sesso.
Muovo
le dita sul clitoride mentre il mio sesso sta lavorando magicamente dentro di
lei “Ti piace così?” le chiedo dolcemente. Faccio entrare e uscire le mie dita
da lei, e la sua riposte è un lamento di piacere. Quando ritiro il mio
dito da dentro di lei, le faccio aprire la bocca, e le faccia assaggiare il suo
stesso sesso. Lei succhia il mio dito. Con forza. Vorrei scoparla con la bocca.
Le dico questo mentre entro dentro di lei. Lei è esausta, e vogliosa, e
desiderosa, e me la prendo con calma. Mi faccio strada dentro e fuori,
lentamente, deliberatamente, eccitandola, facendola diventare pazza,
lasciandola ancora bisognosa di altro. Si sente così bene! E’ pronta per
venire, ma non voglio che lo faccia ancora. Ho bisogno di molto di più. Non ho
fatto il pieno di lei.
“Piano
piccola…” sussurro, “Non ancora…”
“Per
favore Christian!” supplica.
“No
piccola! Ti voglio dolorante. Così dolorante che dovrai ricordarti di me ogni
volta che cammini!” dico.
“Per
favore. Sto per esplodere!” implora.
“Cosa
vuoi?! Dimmelo Ana!” dico muovendomi dentro di lei.
“Ti
voglio!” geme.
Questa
è la mia rovina. Aumento la velocità, ruoto i fianchi e sbatto dentro di lei
sempre più velocemente finché non veniamo entrambi rumorosamente. “Tu! Sei!
Mia!” ringhio, nel momento in cui raggiungo il mio picco, con le mie
parole, lei freme con piacere, e rimaniamo in contatto. Le scosse di piacere
passano attraverso di noi.
“Cazzo
Ana!” Dico completato sazio di piacere. La mia prima volta di sesso alla
vaniglia è stata meglio di quello che pensavo o speravo. Lei è ciò che mi
disarma, mi cattura, e questa ragazza innocente si sta addormentando tra le mie
braccia esausta dal mio sesso, e la mia conquista del suo corpo e della sua
anima. E’ esausta. Ci siamo scambiati i ruoli, e io mi sento possessivo nei
suoi confronti adesso. Guardo il suo viso stanco che riposa. Alcune emozioni
sconosciute s’insinuano fino a giungere in superficie. Lei è mia! In ogni modo.
Non posso lasciarla andare adesso. Le sue mani mi cercano nel sonno. Gliele
prendo e le stringo alle mie.
Non
so per quanto tempo l’ho guardata dormire, ma alla fine la tristezza diventa un
peso dentro di me. Lei è così innocente. E’ pronta per il mio mondo? Provo un
turbinio di emozioni verso di lei in questo momento. Voglio davvero deturpala
con la mia anima nera? Non so da dove arrivino tutte queste sensazioni. Non mi
sono mai sentito così nei confronti di nessuno. Mai. Lentamente poso le sue
braccia sul letto e scivolo fuori dal letto. Le rimbocco le coperte e mi metto
i pantaloni del pigiama e lentamente e silenziosamente entro nella grande sala.
Mi
siedo al pianoforte, e inizio a suonare distrattamente un pezzo di Chopin, che
riflette perfettamente il mio stato d’animo. Suono il pezzo più volte così come
il mio stato d’animo non cederà a pensieri felici. La sento vicino alla porta
in piedi ancor prima di vederla. Quando mi fermo, dice “Mi dispiace Christian …
Io “, fa una pausa,” Io non volevo disturbarti”.
Transcription - Bach
“Dovrei
essere io a scusarmi,” dico, “ti ho svegliata. Dovresti essere a letto,” le
dico rimproverandola. Lei mi chiede cosa stavo suonando, e le dico che è un
pezzo di Bach. Vuole sapere da quanto tempo suono. Le rispondo da quando avevo
sei anni.
Mi
rivolgo nuovamente a lei e le chiedo, “Come ti senti?”
”Sto
bene,” risponde.
”Vieni,”
le prendo la mano, e ci incamminiamo verso la camera da letto. Tiro il
copripiumino, e vediamo il sangue, la prova della sua verginità perduta come
una nuda dichiarazione sulle mie lenzuola bianche. Lei arrossisce e abbassa lo
sguardo. Sorrido, al fatto che darò qualcosa a cui pensare alla mia governante
Mrs. Jones domani. La faccio stendere a letto e mi sdraio accanto a lei. Ancora
una volta mi ritrovo felice, rompendo le mie regole per lei.
Distesi
i nostri corpi formano un cucchiaio, e dolcemente le sussurro all’orecchio,
“Dormi, piccola, dormi,” ed entrambi chiudiamo gli occhi, cadendo un sonno
profondo e tranquillo, come non mi succedeva da molto, molto tempo.
Lullaby - Dixie Chix
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