CAPITOLO XIX
Oh, che situazioni complicate creiamo…
Tradotto da: 50 Shades Italia
“Dove
hai conosciuto Ana?” chiede.
“Mi
ha intervistato per il giornale studentesco,” rispondo.
“Del
quale Kate era direttrice,”aggiunge Ana. Mia sorride a Kate, seduta accanto ad
Elliot e iniziano a parlare del giornale.
“Vino,
Ana?” chiede mio padre.
“Si,
per favore,” risponde sorridendo. Mio padre le riempie il bicchiere. Anastasia
lancia un’occhiata verso di me, mentre mi accingo a guardala con la testa
leggermente piegata. Sono ancora irritato dalla rivelazione di poco fa.
“Cosa?”
chiedo.
“Per
favore non essere arrabbiato con me," sussurra.
"Non
sono arrabbiato con te," dico, ma non è vero. Io sono fuori di
me. In ebollizione ... pazzo.
Lei
lo sa, e mi fissa. Mi conosce bene. Sospiro.
"Sì, sono arrabbiato con te." Chiudo
gli occhi per calmare la mia rabbia.
"Arrabbiato
al punto tale che ti prude la mano?" chiede nervosamente, con voce appena
udibile.
"Cosa
state bisbigliando voi due?” chiede Kate la rompipalle, ficcando il naso in
cose che non la riguardano. Anastasia avvampa e io la guardo con cattiveria,
facendole capire di starsene fuori dalle nostre cose. Mi sto facendo gli affari
miei come lei dovrebbe farsi i suoi.
“Solo
del mio viaggio in Georgia,” Anastasia le risponde dolcemente cercando di
limare la tensione che aumenta tra di noi. Kate sorride, e qualche cattivo
pensiero le attraversa la mente. Mi chiedo cosa sappia la piccola strega.
"Come
stava Jose quando sei uscita con lui venerdì?”
Ma che cazzo? Esce con il fotografo
quando non esce con me? Sono il secondo? Io non esco con nessun’
altra, perché lei va con il fotografo
sapendo come mi sento al riguardo? Sa quanto sono geloso quando sento
parlare di quello stronzo ... Come ha potuto farmi questo? Quanto
posso ancora gestire la cosa stasera? Vuole farmi avere un attacco di
cuore che mi mandi sottoterra prima del tempo? Adesso sì che mi prudono le
mani! E pensare che devo venire a conoscenza di queste informazioni dalla
rompipalle, e non da Anastasia! Cazzo! La mia rabbia è come un vaso
sottovuoto. Esploderò se non reagisco!
“Stava
bene,” mormora Anastasia confermando i miei sospetti. E‘ uscita con lui!!
Mi chino verso di lei e le sussurro, “mi prudono le mani,” dico, cercando di
contenere le mie emozioni, “specialmente adesso,” dico con tono quieto e
pacato. Lei si contorce sulla sedia.
Mia
madre riappare, portando due piatti, con Gretchen dietro di lei con dei vassoi.
Il telefono squilla, e mio padre si scusa andando a rispondere. Mia madre
chiede a Gretchen di lasciare I vassoi sulla console . Anastasia osserva la
domestica con curiosità e gelosia. Poi aggrotta la fronte e abbassa lo sguardo.
Nel frattempo mio padre ritorna. “Una chiamata per te cara. E’ l’ospedale,”
dice a mia mamma.
"Prego,
iniziate pure," mia madre invita gli ospiti e sorridendo esce dalla
stanza. Anastasia aggrotta le
sopracciglia, ma lei ha fame questa sera, molto probabilmente a causa del sesso
di questo pomeriggio. Mia madre ritorna qualche minuto più tardi, e mio padre
chiede se va tutto bene, al ché mia madre risponde sospirando, "un altro
caso di morbillo."
"Oh
no," è la risposta di mio padre.
“Sì,
un bambino. E’ il quarto caso questo mese. Se solo le persone vaccinassero i
propri figli!” dice scuotendo la testa tristemente, aggiungendo, "sono
così felice che i nostri figli non ci siano passati. Non hanno mai preso niente
di peggio che la varicella, grazie al cielo. Povero Elliot," dice, mentre
si siede sorridendo a mio fratello. Elliot si acciglia per essere stato messo
alle strette, e si contorce a disagio. "Christian e Mia sono stati
fortunati. Hanno contratto una forma leggera e quasi non avevano sintomi,"
Mia ridacchia, mentre io alzo gli occhi. Elliot vuole cambiare argomento.
"Allora,
hai visto la partita dei Mariners papà?" chiede. Guardo Anastasia e lei
sta mangiando di gusto, il che mi piace. Elliot, io e mio padre iniziamo a
parlare di basket; ci piace conversare di sport e attualità.
"Come
ti trovi nel nuovo appartamento,
cara?" mia madre chiede ad Anastasia, che riemerge dai suoi pensieri. Dice
loro del trasloco, e come lei e Kate sono state grate ad Elliot per il suo
aiuto. Proprio in quel momento Gretchen entra nella sala da pranzo e sparecchia
la tavola. Mi sfiora mentre mi passa vicino, e noto Anastasia socchiudere gli
occhi mentre la guarda. Nel frattempo Kate e Mia parlano di Parigi.
"Sei
stata a Parigi, Ana?" Mia chiede ad Anastasia distraendola ancora una
volta dai suoi pensieri silenziosi.
La Vie en rose by Louis Armstrong
"No,
ma mi piacerebbe andarci," risponde
a Mia.
"Abbiamo
passato la luna di miele a Parigi,"
dice mia madre sorridente, mentre guarda mio padre con amore. Sembrano ancora così
innamorati l’uno dell’altra.
“E’
una bellissima città,” dice Mia in accordo con i miei, “nonostante i parigini.
Christian dovresti portarci Ana,”dice seccamente.
“Credo
che Anastasia preferisca Londra,” rispondo dolcemente. Ricordo quando mi disse
quanto lei avrebbe voluto vedere i luoghi dei suoi autori preferiti. In questo
momento ho difficoltà a non toccare questa bellezza accanto a me, poi ho questa
travolgente desiderio di toccarla, amarla. Soprattutto quando so benissimo che non ha nulla sotto quel vestito. Metto la mia
mano sulla sua coscia. Tutto il suo corpo si irrigidisce in risposta. Avvampa e
si sposta sulla sedia cerando di allontanarsi da me! Io non voglio che mi
rifiuti. E' a causa del fotografo? Vuole lui anziché me? È per questo che è uscita
con lui? Le stringo la coscia. E' sconcertata, beve un sorso di vino in preda
alla disperazione. Io voglio quello che è mio, ovunque mi trovi. Lei è mia!
Gretchen
ritorna con la portata principale: filetto alla Wellington. Siamo serviti, e
nel momento in cui lei mi porge il piatto, Anastasia la guarda in modo
velenoso. La guardo con aria interrogativa non capendo la sua reazione. Se le
piaccio, ed è gelosa di me, perché mi nega ciò che è mio?
“Cosa
c’è che non va nei Parigini?” chiede Elliot a Mia.
“Non
apprezzavano i tuoi modi seducenti?” dice sorridendo.
“Ugh,
no!” dice Mia. Mi chiedo perché? Sarà per la sua natura o per la sua poco
discreta bocca? “Monsieur Floubert, l’orco per cui lavoravo, era un tiranno dominatore,” dice, e in quel
momento ad Anastasia va di traverso il vino. Probabilmente stava pensando a me,
ma non voglio che soffochi.
“Anastasia,
stai bene?” chiedo premuroso, togliendo la mano dalla sua coscia per il
momento. Effettivamente è divertente vedere la sua risposta al commento di Mia.
Sono nella sua testa. Lei annuisce, e le passo dolcemente la mano sulla schiena
finché non si è totalmente ripresa. Sapendo che Anastasia sta mangiando con
gusto questa sera, mi sta facendo immensamente piacere. Non l’ho mai visto
mangiare così bene. È per me una gioia che non stia morendo di fame.
Elliot
mi coglie mentre guardo Anastasia mangiare, e io lo ignoro con una battuta: non
mi farà perdere il mio buon umore nel
vedere la mia donna mangiare. Il dessert è servito, ed è sorbetto al limone. Mia inizia a parlare dei suoi exploit
a Parigi. Poi si comincia a parlare di quanto sia bella Parigi.
“Paris est fière de son histoire,
Paris est merveilleuse à la tombée du jour. Grâce aux nombreux adjectifs
épicènes, bien souvent, on n'a pas à se poser la question: Paris est agréable
la nuit, insupportable en été, magifique à l'aube.”
Tutti
si girano verso di lei e la guardano come se Mia ha avesse appena iniziato a
parlare Latino. Beh, non è molto lontanto ... Sta parlando francese e non se ne
rende conto. Ci dice che Parigi è orgogliosa della sua storia, ed è bellissimo
guardarla al tramonto, insopportabile in estate, e magnifica all'alba.
Naturalmente, nessuno al tavolo oltre a me e Mia capisce quello che ha appena
detto. Siamo gli unici in famiglia che parlano francese.
“Qu'est-ce?”
chiede confusa, dopo aver visto il mio sorriso. Sorrido ampiamente nel
rispondere al suo, “Cosa c’è?”
“Rien… “
dico, sottolineando il “niente” sempre sorridendo.
“Pourquoi est-ce qui vous fait rire
Christian?” dice, chiedendomi per quale
motivo io stia ridendo, è completamente confusa. Mi viene da ridere ancora di
più, mentre tutti al tavolo ci stanno guardando.
“Pourquoi tout le monde me regarde?“
dice chiedendo perché sono tutti la fissano. Rido e lei ancora non si rende
conto che stiamo conversando in francese. Mi fissa completamente perplesso.
“Ils sont à regarder vous,” dico,
cercando di spiegarle perché tutti la
guardano e cercando di non ridere, ”eh bien…parce que vous parler français…
Nous parlons Français... en ce moment.”
Rispondo tra una risata e l’altra. Non ridevo così da tanto
tempo. “Perché,” le dico, “stai parlando francese, a dire il vero entrambi
parliamo francese al momento,” lei arrossisce e inizia a ridere.
“Oh,
scusate. Non mi ero davvero resa conto,” risponde.
Elliot
inizia a parlare del suo ultimo progetto edilizio, riguardante una nuova
comunità eco sostenibile a nord di Seattle. La sua fidanzata Kate, sembra
completamente innamorata di lui, e lo guarda con un mix tra desiderio e amore.
Quanto meno, non romperà le palle… almeno non molto. Lui si gira e le sorride,
e uno scambio di sguardi appassionati li attraversa. Noto che Anastasia avvampa
di imbarazzo. Sospira e mi guarda. Dannazione! Avvampa e stringe le gambe Sento
la sua caviglia contro la mia mentre cerca di contenere la passione. Ed ecco
che si morde il labbro.
Mi
giro verso di lei, le prendo il viso e lo sollevo.
“Non morderti il labbro,”
mormoro. “Voglio farlo io”
When I Need You by Julio Iglesias
Mia
madre e mia sorella prendono i nostri bicchieri da dessert e si dirigono verso la
cucina, mentre mio padre, Katherine la rompipalle, ed Elliot discutono
sull’utilità dei pannelli solari nello Stato di Washington. Cerco di
partecipare alla loro conversazione mentre metto la mano sul ginocchio di
Anastasia. Le mie dita iniziare a risalire verso la coscia. Il respiro di
Anastasia si mozza, e stringe le gambe per fermare la mia mano. Oh, piccola,
questa è la seconda volta che mi rifiuti durante la cena. Sono pieno di
desiderio sessuale, e arrabbiato, e geloso del fotografo, cazzo. La mia energia
sessuale, già repressa, mi sta frustrando, e lei mi ha appena
rifiutato! Lei non si può negare, non può negarmi ciò che mi appartiene! Le
sorrido. Questo aiuta a calmarmi, e se prima non mi prudevano le mani, adesso
sto esplodendo, e null’altro che punirla e sottometterla cambierà questa
sensazione. Sono combattuto tra strane emozioni.
Nessuna
mai si era negata a me prima! Mai! Questa è la prima volta che qualcuno chiude
le gambe al mio tocco. E' estremamente sexy, e allo stesso tempo frustrante. Lei
mi tortura mordendosi quel labbro ... Io non ce la faccio. Devo toccarla! Devo
esplorare i suoi luoghi sacri, che sono miei. Il suo linguaggio del corpo dice
che mi desidera. E allora perché non cede? Devo portarla fuori di qui,
fotterla, punirla, e calmare il mio mostro interiore!
“Anastasia,
posso farti fare un giro del parco?” Le chiedo apertamente, cosicché gli altri
non vengano a ficcanasare. Conoscendola, mi direbbe di no, quindi gioco
d’anticipo e mi alzo precedendola. Allungo la mano verso di lei, e lei la
prende. Non appena ci tocchiamo la nostra solita connessione passa tra di noi,
e lei sente la stessa cosa. I nostri sguardi s’incrociano e c’è un immenso
desiderio.
Anastasia
si gira verso mio padre, “Mi scusi,” e mi segue fuori dalla Sala da Pranzo.
La
guido attraversare il corridoio fino alla cucina, dove Mia e mia madre stanno
caricando la lavastoviglie.
"Mostro
ad Anastasia il cortile di casa," dico a mia madre con fare innocente.
Questo è un qualcosa che un ragazzo, che sta portando la sua ragazza a casa dei
suoi genitori per la prima volta, può fare. E' un atto innocente. Mia madre ci
sorride e Mia si dirige verso la sala da pranzo.
Facciamo
un passo fuori sul patio lastricato grigio, illuminato dalle luci sul
pavimento. Ci sono arbusti in vasi di pietra e un piccolo tavolo elegante con
sedie in metallo posto in un angolo. Superiamo il tavolo, ed entriamo nel vasto
prato che scende verso la baia. La città di Seattle è all'orizzonte, con le sue
scintillanti luci brillanti. Due barche sono ormeggiate nella darsena e il
riflesso argenteo della luna si specchia nell’acqua . Di solito presto
parecchia attenzione al paesaggio, ma la mia mente è lontana da quello che mi
circonda. Sono più occupato con quello che voglio fare a Miss Steele.
Sto
tirando Anastasia dietro di me, e i suoi tacchi alti stanno affondando
nell'erba soffice. E’ in difficoltà mentre mi segue.
“Fermati,
per favore,” implora inciampando. Mi fermo. La guardo con espressione passiva.
Sono tutt’altro in questo memento. Voglio fotterla come si deve, per ogni sua
sfumatura ma solo dopo averla sculacciata come si deve!
“I
miei tacchi. Ho bisogno di togliere le scarpe,” dice.
"Non
importa," dico, e mi chino prendendola sulla mia spalla. Lei strilla forte
scioccata, e le do uno schiaffo molto forte sul dietro.
"Abbassa
la voce," io ringhio. In questo momento, io sono molto più che arrabbiato
con lei, e sto per punirla.
“Dove
stiamo andando?"
"Nella
Rimessa delle barche,” dico.
Lei
afferra le mie anche perché è a testa in giù, e mi propongo di farla rimanere
cosi fino al secondo piano della rimessa delle barche e darle quello che si
merita.
"Perché?"
chiede.
"Ho
bisogno di stare da solo con te," rispondo.
"Per
cosa?" chiede, come un bambino particolarmente fastidioso di due anni.
"Perché
ho intenzione di sculacciarti e poi fotterti."
"Perché?"
piagnucola.
"Lo
sai perché," sibilo. Perché lei mi ha negato ciò che è mio!
"Pensavo
che fossi uno che vive il momento!" supplica quasi senza fiato a testa in
giù .
"Anastasia,
lo sono, credimi.”
Piccola,
ho aspettato tutta sera questo momento, e adesso è arrivato il momento di
punirti.
Passo
attraverso la porta di legno della rimessa, accendo alcune delle luci. Sono
fluorescenti, e ronzano. Sento un rumore di un motore che fluttua dolcemente
nel buio delle acque. Ma non mi fermo. Prendo la scala di legno fino al secondo
piano.
Mi
fermo sulla soglia per accendere le luci alogene su al secondo piano, che sono
più morbide per gli occhi. La camera è decorata con un tema nautico del New
England. Non me ne importa un cazzo della decorazione di questa stanza o dei
miei trofei. No! Ho due obiettivi in mente, entrambi che coinvolgono la donna
che sto portando sulla mia spalla come un uomo di Neanderthal avrebbe fatto
migliaia di anni fa. Gli arredi sono pochi, ma c’è un divano che posso usare
per fotterla. Al diavolo, non ho nemmeno bisogno di un divano per farlo!
Poso
Anastasia sul parquet, in piedi. Non appena i suoi piedi poggiano a terra, il
suo sguardo è su di me, ipotizzandomi, come lei lo è da me. E’ affascinante, mi
guarda come una preda guarderebbe il suo predatore. Il mio respiro è duro per
la rabbia. I miei occhi sono fiammeggianti di rabbia, il bisogno, genuino e
pieno di desiderio, tutto per questa donna.
“Per
favore non picchiarmi,” sussurra implorante, cogliendomi di sorpresa. Lei
dovrebbe essere la mia sottomessa. Ma eccola qui, a negoziare la sua punizione
con me, chiedendomi di non sculacciarla. Aggrotto la fronte, i miei occhi si
allargano e sbatto le palpebre.
"Non
voglio che tu mi sculacci, non qui, non ora. Per favore, non farlo,"
implora ancora un po’.
Sono
assolutamente sorpreso e scioccato dalla sua reazione. La voglio sculacciare, e
poi fotterla, ma lei tira le corde del cuore, e mi rende incapace di fare
quello che ho deciso di fare. E' come se spegnesse il fuoco della mia rabbia
con il suo estintore, è disarmante.
La
sua mano si alza, e le sue dita mi sfiorano la guancia, lungo il bordo della
basetta, fino alla barba sul mento. Il suo tocco è come un calmante, e io
chiudo gli occhi per un momento. Il mio respiro è traballante. Sento il
desiderio dentro di me. Nulla di meno di averla presa, mi avrebbe calmato.
Sotto tutta questa rabbia, c'è paura. Non appena chiudo gli occhi, appoggio il
mio viso sulla sua mano. Ho nostalgia del suo tocco. Niente è abbastanza con
lei. Il mio respiro si mozza in gola, e qualcosa dentro mi fa male al cuore.
Come se la sua mano stesse per raggiungerlo e scacciarlo. Io la voglio,
nonostante il dolore! Sento l'altra mano raggiungere i miei capelli, dolcemente,
delicatamente. Mi accarezza come un amante. Emetto un gemito involontario,
appena udibile, e io apro gli occhi lentamente, con circospezione. Sono
affascinato da questa donna che mi sta amando con la punta delle dita.
Fa
un passo avanti e il suo corpo è completamente a filo con il mio. Lei tira
dolcemente i capelli, portando la mia bocca sulla sua, e mi bacia! Insinua la
sua lingua tra le mie labbra. Gemo. Voglio questo! L'abbraccio, forte,
tirandola così vicino a me, nemmeno una molecola d'aria può passare tra noi. Le
mie mani trovano la loro strada tra i suoi capelli. La bacio a mia volta, duro,
e possessivo. Lei è mia. Voglio rivendicare ciò che è mio. Tra le nostre lingue
è come un tango, che ci divora, e ci consuma. E’ il mio cibo per l’anima. Non
posso fare a meno di lei. Ho bisogno di una vita affermando questa esperienza
con lei. Ho bisogno di sapere che lei è mia.
Mi
tiro indietro improvvisamente, entrambi i nostri respiri si mescono l’un
l'altro, irregolari. Le sue mani scendono sulle mie braccia, e io guardo verso
di lei con un misto incredulità,
desiderio, bisogno, emozioni senza nome.
“Cosa
mi stai facendo ?” sussurro. Mi hai completamente disarmato. Mi hai lasciato senza
difese, mi fai sentire senza difese. Hai messo la mia vita fuori controllo, e
sento come se il cuore mi si strappasse ogni volta che penso a te. Sono
completamente confuso.
“Ti
sto baciando,” risponde semplicemente.
Cosa?
Perché? “Hai detto no,” dico.
“Cosa?”
risponde confusa. Non sa a cosa ha detto “no”.
“A
tavola, a cena, con le tue gambe,” chiarisco. E lei realizza tutto. Si proprio
per quello!
"Ma
Christian," critica, "eravamo a tavola con i tuoi genitori," lei
guarda verso di me smarrita. "E 'inadeguato," afferma semplicemente.
Ho solo meraviglia nei miei occhi, e la lussuria aumenta.
“Nessuno
mi ha mai detto di no prima.” Una sottomessa non l'avrebbe mai fatto. In
effetti, se avessi voluto scopare una sottomessa mentre i miei genitori erano a
cena, avrebbe aperto le gambe per me. Questo è ciò che fa una sottomessa. Sì,
lei si stava negando a me, e Dio, questa è la cosa più sexy che mi sia mai
stata fatta.
"E
la tua negazione, anche se esasperante, è anche così, cazzo - sexy," dico
. Sono pieno di meraviglia e desiderio per lei. La mia mano si muove verso il
basso verso il sedere. La tiro con decisione contro di me, e lei può sentire la
mia piena erezione.
"Sei
arrabbiato ed eccitato perché ho detto di no?" respira, scioccata.
"Sono
arrabbiato perché non mi hai detto della Georgia. Sono arrabbiato perché sei
andata a bere con quel tipo che ha cercato di sedurti quando eri ubriaca, e ti
ha lasciato, in condizioni pessime, con un perfetto sconosciuto. Che razza di
amico è? E io sono arrabbiato ed eccitato, perché hai chiuso le gambe,"
ringhio pericolosamente, e le mie mani lentamente sollevano il lembo del
vestito.
Voglio
che sappia che posso averla solo io. Nessun altro. Il suo corpo è mio, e posso
farne ciò che voglio. Non di un cazzo di fotografo che cerca di tornare con
lei.
"Ti
voglio, e ti voglio ora. E se non hai intenzione di lasciare che ti sculacci –
cosa che meriteresti - ho intenzione di scoparti sul divano in questo momento,
in fretta, e per il mio solo piacere. Tu non potrai venire."
Alzo
il vestito, e metà culo è visibile. Mi muovo improvvisamente e metto la mano a
coppa il suo sesso, e affondare una delle mie dita in lei, mentre l'altra mano
la tiene saldamente intorno alla vita. Lei reprime un gemito piacere.
"Questa
è mia," sussurro a denti stretti. "Tutta mia! Hai capito?"
Voglio marcare il mio territorio. Sono incredibilmente possessivo con lei, la
paura che qualche stronzo possa entrare entro di lei e portarla via da me, mi
scuote. Il mio dito entra ed esce dal suo sesso, mentre la guardo, valuto la sua reazione, e
cerco di vedere la sua risposta.
"Sì,
tutta tua," respira desiderosa, e
calda per me, e pronta per essere scopata da me. Il sollievo mi attraversa.
Corre attraverso il mio sangue. Il mio battito cardiaco e la suo si mescolano,
come in gara tra loro, cercando di fuggire dai nostri petti, fondendosi.
In
questo momento, non vedo nulla, non sento nulla, non mi viene in mente niente e
nessuno, tranne Anastasia. Il mio intero essere è sinonimo di attenzione solo
per lei. Nulla esiste in questo momento, io e lei solamente. Mi consuma, ha conquistato la mia anima e il mio corpo, e
devo averla.
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