CAPITOLO XXVII
Volante (o dolente) con me
Tradotto da: 50 Shades Italia
“Christian!
Voglio la fragola!!” dice afferrando un oggetto invisibile. Sono I colpi dati
ovunque che mi svegliano.
“Non voglio la gabbia” mormora inarcando un
sopracciglio nel sonno. Le luci della città creano un gioco magico sul suo
viso. Sono incuriosito…
“Non
portarla via Christian! Io la voglio… Nooo!” si lamenta. Le accarezzo I capelli
per calmarla. Sono curioso di sapere cosa sta sognando.
“Shhh!”
sussurro. La ruga sulla fronte si ammorbidisce.
“Cosa?
Non andare! Non posso! ” rabbrividisce nel sonno.
“Ti amo! Non lasciarmi! Ho paura!…”
“Piccola…
sono qui. Shhh…” la calmo. Le accarezzo i capelli, cercando di farla rilassare.
Il suo braccio mi cerca del buio. La
prendo abbracciandola. Lei sospira. E’ un suono dolcissimo
“Vorrei
morire!” il suo viso si corruccia . “Vorrei morire… Christian,” mormora in un
suono appena udibile.
Cosa?
Perché?
“Non
lasciarmi…” sussurra nel sonno. “Voglio solo di più…”
I Melt with You by Nouvelle Vague
La
sua paura è che io possa lasciarla. Lei non sa che questa è anche la mia paura.
Se solo sapesse, non potrei mai, non posso allontanarmi da lei nemmeno
fisicamente, se sapesse che ha il filo diretto con la mia anima.
“Non…”
sussurra. “No, non ti lascerò,” mormora. Chiudo gli occhi e mi sento
rassicurato da quella dichiarazione fatta nel sonno. L’ha già detto prima, ma
quanto desidero sentirlo quando è sveglia.
“Lo
voglio!” Allunga la mano attorno al mio collo.
“Shhh…
Rilassati piccola,” le sussurro. Continuo ad accarezzarle i capelli, lentamente,
di proposito. Questo la fa sentire meglio e la fa rilassare. Sospira. Le sue
braccia lentamente si afflosciano, immobili. Esco con facilità dal letto.
Potrei guardala per sempre così. Vado a vestirmi di nero per la sorpresa che ho
in serbo per lei oggi. L’ho lasciata dormire il più possibile, ma per quello
che ho in mente, ho bisogno che ora si svegli.
“Anastasia,”
provo a destarla dal suo sonno.
“No,”
mormora.
“Andiamo
adesso piccola,” dico con tono normale.
“No.
lasciati toccare,” dice.
“Svegliati,”
incalzo.
“No,”
mormora mentre apre gli occhi per un attimo. Le solletico l’orecchio con un
sussurro. “Svegliati piccola,” dico con un sorriso e il piacere di sapere che
lei è qui con me, tra le
mie braccia.
“Oh…
no,” geme. Facendo delle smorfie.
“E’
ora di alzarsi piccola. Accenderò la luce sul comodino adesso,” dico con calma.
“No,”
geme ancora.
“Voglio
inseguire l’alba con te,” dico baciando il suo viso, le palpebre, la punta del
naso, la bocca. Ed ecco che finalmente
si apre in un sì. Si strofina gli occhi, per la luce soffusa che proviene dal
comodino.
“Buongiorno
splendore,” mormoro, e lei mi sorride.
“Non
sei mattiniera,” dico. Strizza gli occhi mi guarda mentre sono chino su di lei,
sorridendo. Sono divertito.
“Pensavo
che volevi fare sesso,” brontola. Cosa? È per questo che lei si lamentava? È
stato così brutto il sesso con me che sente il bisogno di lamentarsi?
“Anastasia,
voglio sempre fare sesso con te. E’ commovente sapere che senti la stessa
cosa,” dico seccamente, sarcastico.
Mi
guarda, ma io sono troppo divertito per scoraggiare la sua reazione.
“Certo
che è così, solo che non quando è così tardi,” mormora.
“Non
è tardi, è presto. Andiamo! Si va. Stiamo uscendo. Mi riserverò un controllo
sul sesso.”
“Stavo
facendo un bel sogno,” lei geme con nostalgia per qualcosa che ha perso.
“Sogno
di cosa?” chiedo. Adesso ha suscitato il mio interesse.
“Tu,”
arrossisce. Oh, la reazione aumenta il mio interesse.
“Che
stavo facendo questa volta?” chiedo.
“Cercavi
di farmi mangiare fragole,” dice. Sorrido. Ricordo che diceva qualcosa su
questo.
“Il
dottor Flynn avrebbe di che divertirsi. In piedi! E vestiti. Non perdere tempo
con la doccia, possiamo farla dopo,” dico.
Si
siede, e le lenzuola le cadono attorno alla vita rivelando il suo corpo nudo. I
miei occhi si scuriscono con il desiderio, e se faccio quello che voglio fare
in questo momento, mancheremo la nostra occasione di catturare l’alba.
Quindi,
dovrò tenere a freno il mio desiderio.
“Che
ore sono?” chiede.
“5:30
del mattino,” dico.
“Ohh,”
si lamenta, “sembra siano le 3:00.”
“Non
abbiamo molto tempo. Ti ho fatto dormire il più a lungo possibile. Andiamo.”
“Posso
almeno fare una doccia?” chiede.
Sorrido.
“Se fai una doccia, vorrò farla con te. E sappiamo cosa succederà a qual punto,
quindi perderemmo tutta la giornata. Andiamo.” Possiamo farla dopo.
Sono
eccitato, per il nostro programma e per quello che voglio condividere con lei.
Questo dovrebbe significare “di più”. Mi sorride.
“Cosa
dobbiamo fare?” indaga.
“E’ una sorpresa, Te l’ho detto,” dico sempre
sorridendole.
Come Fly with Me by Frank Sinatra
“Okay,”
risponde uscendo dal letto, cercando i suoi vestiti. Li trova sulla sedia
vicino al letto. Le ho preparato anche un paio di boxer. Vede il marchio Ralph
Lauren, e sorride. Li infila, e le sorrido di rimando. E’ la seconda volta che
indossa qualcosa di mio. In qualche modo conoscere qualcosa che è stato così
intimamente su di me e ora è su di lei, mi fa sentire ancora più protettivo
Quando
mi sono assicurato che si fosse alzata e si stesse vestendo, le dico, “Ora che
finalmente sei sveglia, ti lascio tempo per vestirti,” esco dalla stanza e vado
verso il soggiorno. Meno di dieci minuti dopo arriva mentre sto facendo
colazione.
“Mangia,”
le dico. Lei non mangia a sufficienza. Mi guarda.
“Anastasia,”
dico severamente, ma lei è pronta a controbattere.
“Prendo
solo un po’ di té. Possono prendere un croissant per dopo?” la guardo con
diffidenza, e mi sorride in risposta.
“Non
rovinarmi la festa Anastasia,” l’avverto.
“Mangerò
più tardi quando il mio stomaco si sarà svegliato. Verso le 7.30 ok?”
Mi
guarda con dolcezza e in attesa… un lampo malizioso attraversa i suoi occhi
come se fosse il mio riflesso su di lei.
“Vorrei
alzare gli occhi al cielo,” dice.
“Fallo.
La mia giornata non potrebbe essere migliore,” dico con severità. Lei guarda il
soffitto sfidando la mia minaccia.
“Beh,”
dice seria, “suppongo che qualche sculacciata potrebbe svegliarmi,” dice. Resto
a bocca aperta.
“D’altra
parte, non voglio che tu sia tutto caldo ed eccitato, il clima è già abbastanza
caldo,” dice alzando le spalle con nonchalance. Finalmente ho il buon senso di
chiudere la bocca, e cercare di guardarla dispiaciuto, ma è chiaro che in
presenza di Anastasia, non riesco irrimediabilmente. Lei è giocosa, e le sue
osservazioni fanno sollevare il mio umore
“Sei,
come sempre, stimolante, Miss Steele. Bevi il tuo tè,” le ordino.
Guarda
il tè, e nota l’etichetta Twinings, e un sorriso enorme copre il suo bel viso.
Si siede di fronte a me, e mi guarda per un po’ mentre sorseggia il suo tè.
Quando
ho finito con colazione e lei con il suo tè, usciamo dalla sala. Le lancio una
felpa. “Avrai bisogno di questa,” dico mentre lei mi guarda sospettosa.
“Fidati
di me,” dico sorridendole e baciandola dolcemente sulle labbra. Le prendo la
mano e ci dirigiamo fuori.
E’
relativamente freddo fuori, e le luci pre-alba sono a picco sull’orizzonte
orientale. Quando arriviamo di fronte all’hotel, il cameriere mi porge delle
chiavi di una vettura sportiva e appariscente con una capote. Anastasia si gira
verso di me e solleva un sopracciglio interrogativo a cui rispondo con un
sorriso.
“Sai
Anastasia, certe volte è davvero bello essere me,” dico continuando a
sorridere. Come potrei non farlo? Sono qui con la donna che desidero, con dei
sentimenti, e stiamo facendo “di più” insieme. Lei è la mia speranza, quello
che mi fa sapere che c’è di più nella vita, mi aiuta a vivere la vita al
massimo al di là di quello che avevo previsto. Sono in uno stato d’animo molto
buono. Apro la portiera, e con un inchino esagerato, la lascio salire. Vado poi
dal lato del conducente e mi siedo.
“Dove
stiamo andando?” chiede.
“Vedrai,”
le dico senza rivelare nulla. Mi metto alla guida, e ci dirigiamo su Savannah
Parkway. Ho programmato il GPS, e accendo l’iPod sincronizzato con lo stereo
della vettura, e un classico brano orchestrale riempie l’auto.
“Cos’è
questo?” chiede con voce dolce curiosità.
E’
una delle mie opere preferite.
“E’ tratto da ‘La Traviata’. L’opera di Verdi,”
rispondo.
La Traviata by 3 Tenors
“La
Traviata? Ne ho già sentito parlare ma non ricordo dove. Di cosa parla?”
chiede.
La
guardo in modo rapido e sorrido.
“Si
basa sul libro di Alexander Dumas, La Signora delle camelie,” dico spiegandole.
“Ah.
Ho si l’letto,” dice.
“Non
avevo dubbi.”
“La
cortigiana segnata dal destino,” dice agitandosi nella sua seduta in pelle.
“Hmm, è una storia deprimente,” mormora.
“Troppo
deprimente? Vuoi scegliere un po’ di musica? Questo è il mio iPod,”dico con un
sorriso.
Tocco
lo schermo sul cruscotto tra noi due, ed ecco apparire la playlist.
“Scegli
tu,” le dico, ma non riuscendo a nascondere un sorriso complice.
Le
sue dita toccano e passano attraverso la playlist. Lei scorre verso il basso, e
dopo aver trovato quello che vuole, preme play. Britney si accende con il suo
club-mix, techno battente. Abbasso il volume. Non è una canzone che ho messo
sul mio iPod. E’ stata Leila che ha messo quella canzone. Britney canticchia
con voce sensuale.
“Toxic, eh?” chiedo sorridendo.
Toxic by Britney Spears
“Non
so cosa vuoi dire,” lei finge innocenza.
Abbasso
la musica ancora un po’. Questa non è una canzone che ho messo sul mio iPod.
“Non
ho messo quella canzone sul mio iPod,” dico casualmente ma sinceramente, poi
metto il piede sull’acceleratore, nascondendo un piccolo sorriso quando lei
sbatte contro il sedile per la velocità. Si stringe le mani in grembo, vedo la
mascella tesa, sta stringendo i denti, e il suo umore cade a terra mentre
guarda fuori. Oh, no! Si sta chiedendo
chi ha messo quella canzone. La gelosia e la curiosità trasudano da lei. E Britney canticchia in continuazione “Chi…Chi.”
chi ha messo quella canzone. La gelosia e la curiosità trasudano da lei. E Britney canticchia in continuazione “Chi…Chi.”
“E
‘stata Leila,” rispondo alla sua domanda inespressa. Si gira verso di me e
chiede: “Leila?”
“Un’ex,
che ha messo la canzone sul mio iPod,” rispondo. Lei si siede pensierosa, e poi
mi chiede, “una delle quindici?”
“Sì,”
rispondo.
“Che
cosa le è successo?”
“E’
finita,” Lei rispondo.
“Perché?”
Sospiro.
Voglio essere aperto con Anastasia, voglio che lei sappia che lei è speciale
più di qualsiasi altra donna che ho avuto.
“Lei
voleva di più,” dico a voce bassa e introspettivo. La frase resta sospesa tra
di noi. Anastasia è l’unica per la quale abbia mai accarezzato l’idea del “di
più”.
“E
tu no?” chiede. Scuoto la testa.
“Non
ho mai voluto di più, fino a quando ti ho incontrato,” dico semplicemente.
Voglio che sappia che anche io voglio di più da lei. Mi ritrovo a desiderare di
più, volere di più, ma solo con lei.
“Cosa
è successo alle altre quattordici?” chiede.
“Vuoi
la lista? Divorziata, decapitata, uccise?” Dico in quasi un tono beffardo.
“Tu
non sei Enrico VIII,” dice mettendo il broncio.
“Va
bene. In nessun ordine particolare, ho avuto solo relazioni a lungo termine con
quattro donne, a parte Elena.”
“Elena?”
chiede.
“Tu
la conosci come Mrs Robinson,” sorrido. Ricordo la reazione di Elena quando le
ho rivelato il soprannome. Il suo viso si scurisce mostra paura, gelosia,
rabbia … non so che altro.
“Cosa
è successo alle altre quattro?” chiede scuotendo la testa.
“Sei
così curiosa, così desiderosa di informazioni, Miss Steele,” la rimprovero
scherzosamente, ma io sono in modalità aperta in questo momento,
“Oh,
Mr Quando Ti viene Il Ciclo?” mi rimprovera.
“Anastasia,
un uomo ha bisogno di sapere queste cose,” dico. Io non voglio metterla
incinta.
“E
che uomo?” ribatte lei.
“Io,”
dico.
“Perché?”
“Perché
non voglio che tu di rimanga incinta,” dico esasperato.
“Nemmeno
io! Beh, non per qualche anno almeno,” dice prendendomi alla sprovvista. Vuole
figli? E’ troppo presto per esplorare questo argomento spaventoso.
“Beh,
quindi alle altre quattro, che cosa è successo?” insiste, e alla luce del tema
precedente, questa è una cosa a cui posso rispondere.
“Una
ha incontrato qualcun altro. Le altre tre volevano – di più. E io non ero
interessato.”
“E
le altre?” insiste ulteriormente. Dio! dovrebbe lavorare per me! E’ davvero
convincente.
“Ti
basti sapere che non ha funzionato,” dico.
Non
sentivo nulla, nessun desiderio nel mio cuore fino a quando ho incontrato
Anastasia. Lei rivolge lo sguardo fuori dalla macchina. A cosa sta pensando?
“Dove
siamo diretti?” mi chiede, perplessa, mentre ammira l’I-95.
“In
un aeroporto,” rispondo.
“Non
torniamo a Seattle, vero?” ansima allarmata. Rido per la sua reazione. Certo
che no. Voglio inseguire l’alba con lei.
“No,
Anastasia, ci dedicheremo al mio secondo passatempo favorito,” rispondo.
“Secondo?”
chiede aggrottando la fronte.
“Sì.
Ti ho detto il mio primo preferito questa mattina,” dico e lei mi lancia
un’occhiata, esaminando la mia espressione.
“Godermi
la tua compagnia, Miss Steele. Questo ha avuto modo di finire in cima alla mia
lista. Poterti prendere in qualsiasi modo,”dico con tutta la passione che sento
per lei.
“Be’,
questo è abbastanza in cima anche alla mia lista di attività perverse” mormora,
arrossendo.
“Sono
contento di sentirlo,” mormoro a mia volta asciutto.
“Allora,
aeroporto?” chiede. Le sorrido. Ci siamo quasi, quindi, sarebbe bene non
lasciarla all’oscuro.
“Voleremo
in alto,” dico. Sembra non capire.
“Inseguiremo
l’alba, Anastasia,” spiego. Sono così entusiasta perché ho intenzione di
condividere il mio secondo hobby preferito con lei, e questo sarà il nostro ‘di
piu’. Non posso fare a meno di voltarmi e sorriderle. Il mio GPS mi indica di
girare a destra, e ci ritroviamo in un complesso industriale. Accosto di fianco
ad un grande edificio bianco con un cartello con la scritta CIRCOLO
VOLOVELISTICO DI BRUNSWICK..
Quando
spengo il motore, mi volto e le chiedo: “Sei pronta per questo?” con una voce
speranzosa.
“Sai
volare?”
“Sì,”
rispondo.
“Sì!”
dice con entusiasmo e senza esitazione. Sorrido alla sua risposta e mi piego
baciando la mia donna.
“Un’altra
prima volta, Miss Steele,” dico uscendo dall’auto. E’ la prima donna che porto
qui. Con cui condivido questo
hobby. Giro intorno all’auto e le apro la portiera. Esce afferrando la mia mano. La porto oltre l’edificio dove ci sono diversi velivoli parcheggiati. Taylor è lì, accanto ad un uomo con la testa rasata. Anastasia sorride a Taylor e lui ricambia cortesemente. Bene non voglio che altri, tanto meno i miei dipendenti, facciano gli occhi dolci alla mia donna.
hobby. Giro intorno all’auto e le apro la portiera. Esce afferrando la mia mano. La porto oltre l’edificio dove ci sono diversi velivoli parcheggiati. Taylor è lì, accanto ad un uomo con la testa rasata. Anastasia sorride a Taylor e lui ricambia cortesemente. Bene non voglio che altri, tanto meno i miei dipendenti, facciano gli occhi dolci alla mia donna.
“Mr.
Grey, questo è il pilota del trainatore, Mr. Mark Benson,” dice. Ci stringiamo
la mano e parliamo della velocità del vento, della direzione e altre cose
tecniche relative alle condizioni.
“Buongiorno
Taylor,” sento Anastasia mormorare con timidezza.
“Miss
Steele,” risponde con un cenno della testa. “Ana,” sento dir lui mentre si
corregge. Poi si china e sussurra qualcosa che non riesco a sentire. Socchiudo
gli occhi, ma non dico nulla.
“Anastasia,”
chiamo. “Vieni,” dico tendendole la mano.
“Ci
vediamo dopo Taylor,” dice sorridendo, e lui le dà un saluto veloce, e si
dirige verso il parcheggio.
“Mr
Benson, questa è la mia fidanzata, Anastasia Steele,” dico presentandola.
“Piacere
di conoscerla,” mormora e si stringono la mano. Benson è abbagliato da
Anastasia … Dio, è mai possibile? E lui sorride.
“Piacere
mio,” le dice.
Mark
Benson ci fa strada verso la pista.
“Cosa
useremo oggi, Mark?”
“Un
Blanik, signore,” risponde.
“L13
o L23?” chiedo.
“Conosce
gli aerei,” dice con un sorriso “L23, signore,” risponde.
“C’è
qualche particolare ragione per cui ha scelto l’L23?”
“Sa
l’L13 ha delle eccellenti caratteristiche acrobatiche, signore. Voglio dire che
sono stati progettati come alianti acrobatici. E, naturalmente, sono ottimi per
svettare,” dice.
“Ho
già usato un L23 prima,” premetto in tono pratico, sentendomi nel mio mondo.
“Anche io lo preferisco. Per prima cosa è in metallo, ci sono due sedili uno
davanti all’altro. L’ho usato per le mie esercitazioni, acrobazie e strumenti
di volo. Con cosa ci rimorchierà?” chiedo, e Mark sorride da orecchio a
orecchio.
“Vi
rimorchierò con un Piper Pawnee,” dice. Annuisco allegramente. Amo gli
aeroplani, e amo volare. Il fatto che sto per farlo con la mia donna è come
avere un doppio orgasmo senza che sia coinvolto il sesso.
L’aereo
è lungo, lucente e bianco con strisce arancio. Il lungo cavo bianco è attaccato
al Piper a singola elica.
“Per
prima cosa dovete infilarvi il paracadute,” dice Mark ad Anastasia.
“Ci
penso io,” lo interrompo. Il giorno in cui qualcun altro la legherà in
un’imbragatura sarà il giorno in cui l’inferno congelerà. Benson mi sorride
docilmente.
“Vado
a prendere delle zavorre,” dice Benson, e si avvia verso l’aereo.
“Ti
piace proprio legarmi con queste cose,” osserva lei seccamente.
“Miss Steele, non ne hai idea. Ecco,
fai un passo in queste cinghie,” dico e lei fa come le ho detto. Mette il suo
braccio sulla mia spalla. Il tocco mi fa irrigidire, ma non mi muovo. Voglio
abituarmi al suo tocco. Una volta che i suoi piedi sono entrati nei passanti,
tiro su il paracadute, e lei infila le braccia attraverso le cinghia per le
spalle. Velocemente e in maniera efficiente allaccio l’imbragatura, e stringo
tutte le cinghie.
“Ecco,
così va bene,” dico tranquillo, anche se sono tutt’altro in questo momento. Il fatto
di averla di fronte in tutte quelle cinghie del paracadute è così dannatamente
sexy. Se non avessi dovuto volare, l’avrei portata nel posto privato più
vicino.
“Hai
l’elastico per capelli di ieri?” le chiedo. Annuisce.
“Vuoi
che mi leghi i capelli?”
“Sì,”
rispondo. Velocemente raccoglie i capelli.
“Entra
dentro,” le ordino indicandole la carlinga. Lei entra e si posiziona nel posto
di dietro facendomi sogghignare.
“No,
davanti. Il pilota si siede dietro,” le dico.
“Ma
riuscirai a vedere?”
“Vedrò
il necessario,” dico sogghignando ancora di più.
Sono
incredibilmente felice di introdurla nel mio hobby, farle conoscere qualcosa
che mi piace immensamente. Il fatto che non veda l’ora di farlo e che sia
felice mi esalta. Cambia posto e questa volta si posiziona sul sedile davanti.
Mi
allungo in avanti e le tiro l’imbragatura sulle spalle, arrivo fino ad
allungare le mani tra le sue gambe per la cintura inferiore, la fermo nel
passante che si trova sulla sua pancia. Poi stringo le cinghie restanti. ‘Più
che sexy,’ penso tra me e me.
“Hmm…
due volte in una mattina. Sono un uomo fortunato,” le sussurro e la bacio
velocemente. “Non ci vorrà molto… venti, trenta minuti al massimo. Le correnti
ascensionali non sono un granché al mattino, ma è da mozzare il fiato liì sopra
a quest’ora. Spero tu non sia nervosa,” dico.
“Sono
eccitata,” sorride, assolutamente felice, con un ghigno da orecchio a orecchio.
“Bene,”
dico sorridendole. All’improvviso sento il bisogno di accarezzarle la guancia,
gliela accarezzo dolcemente,
poi mi sposto al mio posto e mi siedo nell’aeroplano dietro di lei.
poi mi sposto al mio posto e mi siedo nell’aeroplano dietro di lei.
Mark
Benson torna con il suo sorriso felice, controlla le cinghie su Anastasia, e
poi controlla il pavimento della carlinga.
“Sì,
questo è sicuro. E’ la prima volta?” chiede.
“Sì,”
risponde Anastasia.
“Lo
adorerà,” dice.
“Grazie,
Mr. Benson,” dice educatamente.
“Mi
chiami Mark,” le dice. Poi si gira verso di me e chiede, “Tutto ok?”
“Sì.
Andiamo,” dico.
Sono
molto più che felice di volare con la mia donna, riuscendo davvero a mostrarle
alcune delle mie capacità in questo ambito è davvero eccitante. Mark chiude la
calotta della carlinga, e si avvia verso il Piper per saltarci dentro.
Quando
la singola elica del Piper parte, ci muoviamo lentamente lungo la pista, e
quando il cavo viene tirato del tutto, ci troviamo improvvisamente sbalzati in
avanti, e prendiamo quota. Mark parla con la torre, e il Piper prede velocità,
e noi dietro di esso. I decolli di solito sono un po’ irregolari perché questi
piccoli aeroplani, e anche il
Piper, prendono abbastanza velocità solo allontanandosi dall’aeroporto, e questa è la nostra situazione.
Piper, prendono abbastanza velocità solo allontanandosi dall’aeroporto, e questa è la nostra situazione.
“Si parte, piccola!” grido dietro Anastasia.
Possiamo sentire il suono del vento e il rumore lontano dell’elica del Piper.
Sotto di noi possiamo vedere l’autostrada, il sole che sorge, i boschi e le
case nella città abbandonata. Un’alba straordinaria si sta levando
all’orizzonte rendendo tutto ancora più bello. Questa è ‘l’ora d’oro’ della
giornata, e il fatto che la sto condividendo con la mia donna, la mia
Anastasia, la rende solo più spettacolare!
Quando
raggiungiamo i 3000 piedi, Mark mi mette al corrente dell’altitudine, e io
dico, “Sgancia,” alla radio. Una volta che il cavo è sganciato, il Piper
scompare dalla nostra vista, e non siamo più trascinati, ma ci libriamo sulla
Georgia.
Inclino
l’aereo e lo faccio ruotare mentre disegniamo una spirale verso il sole.
Giriamo e rigiriamo nella luce del mattino. Questo è magico.
“Tieniti
forte!” urlo mentre ci abbassiamo di nuovo, ma questa volta non mi fermo e ci
ritroviamo a testa in giù mentre guardiamo il suolo attraverso la calotta.
Anastasia urla forte, deliziata, e vedo le sue braccia che vanno verso l’altro
con le cinghie che la trattengono, le sue mani sono poggiate al Perspex per
evitare di cadere. La sua reazione mi fa ridere, e ci stiamo entrambi godendo
il momento, e ridiamo forte. Rigiro il velivolo e siamo di nuovo dal lato
giusto.
“Sono
felice di non aver fatto colazione!” mi urla, e io sono d’accordo con lei.
“Sì,
col senno di poi, è un bene che non l’abbia fatta, perché sto per farlo di
nuovo,” dico, e abbasso ancora una volta il velivolo finché non siamo
sottosopra, lei si diverte e ride tanto. Lo riporto di nuovo in piano.
“Bellissimo,
non è vero?” chiedo ad Anastasia.
“Sì,”
urla in risposta.
Siamo
solo io, Anastasia, il piccolo spazio confinato, la bolla di questo aereo, i
cieli infiniti della Georgia e la magnifica luce del mattino. Se il paradiso
esiste, ci sono in questo momento. Cos’altro potrei volere?
“Vedi
la cloche davanti a te?” le urlo.
“Prendila!”
voglio che prenda il controllo anche solo un po’.
“Cosa?
No!” dice spaventata.
“Forza,
Anastasia. Prendila,” la incito con veemenza.
Alla
fine la prende.
“Stringila
forte e tienila ferma. Vedi il quadrante davanti a te? Tieni l’ago esattamente
al centro,” la istruisco. Fa come le ho detto. Sta pilotando l’aliante.
“Brava
ragazza!” la incoraggio deliziato.
“Mi
meraviglia che mi abbia lasciato il controllo,” urla.
“Saresti
meravigliata da quello che ti lascerei fare, Miss Steele. Ora lo riprendo io,”
dico poi riprendendo il controllo del velivolo. Cosa farebbe se sapesse la
profondità dei miei sentimenti per lei? La spaventerebbe a morte?
Non
ho alcuna esperienza in questo campo, e i sentimenti profondi che nutro per lei
mi terrorizzano fino all’osso; la non familiarità della sensazione, la novità,
e il fatto che ho evitato emozioni estreme per tutta la mia vita da adulto
rende questa esperienza snervante ma allo stesso tempo godibile.
Dopo
aver ripreso il controllo del velivolo da Anastasia, iniziamo a scendere a
spirale per molti piedi, e poi preparo l’aereo per l’atterraggio ed iniziamo la
nostra discesa. Contatto via radio la torre.
“BMA,
questo è BG N Papa 3 Alpha, sto per atterrare sulla pista sette in erba da
sinistra sottovento, BMA,” dico sicuro. La torre mi dà il permesso di
atterrare. Descriviamo un altro ampio cerchio, lentamente avvicinandoci al
suolo. Sia l’aeroporto che le linee d’atterraggio sono visibili, e scendiamo
volando di nuovo sulla I-95. Dato che l’atterraggio si avvicina, avviso Anastasia:
“Tieniti
forte piccola. Questo può essere acrobatico.”
Dopo
aver fatto un altro cerchio abbasso il velivolo, e tocchiamo il suolo con un
tonfo sordo, e rulliamo sull’erba finché non porto l’aereo a fermarsi
completamente. Il velivolo sbanda leggermente e si accascia sulla destra. Una
volta fermati, apro la calotta, mi sbrigo a scendere e mi sgranchisco le gambe.
Poi torno dalla mia donna, e le chiedo
“Com’è
stato?” felice il più possibile, sorridente come un adolescente, e mi abbasso
per sganciarla.
“E’
stato straordinario. Grazie,” sussurra, molto felice.
“E’
stato di più?” le chiedo, sperando che sia così.
“Molto
di più,” sussurra, e mi rendo conto di star trattenendo il respiro, così lo
lascio andare, e non posso evitare di sorriderle in risposta.
“Vieni,”
le porgo la mano e lei esce dalla carlinga.
Appena
i suoi piedi toccano terra, la prendo e la stringo forte contro il mio corpo.
Improvvisamente le mie mani sono nei suoi capelli, tirandoli per farle
abbassare all’indietro la testa, e l’altra mia mano scivola fino alla base
della sua spina dorsale. La bacio a lungo e forte con tutta la mia passione, la
mia lingua le invade la bocca. Il mio respiro incalza, prende velocità, e il
mio fervore cresce, la mia erezione preme contro i pantaloni, implorando di
uscire. Sono pronta a prenderla tra l’aeroporto e l’autostrada 3. La sua
risposta mi fa capire che non le importa se la prendo sull’erba o poggiata
sull’aliante. Le sue mani giocano con i miei capelli, e siamo ancorati l’uno
all’altra. Lei mi vuole, ora, e questo rende ancora più difficile fermarmi.
Alla fine riprendo abbastanza controllo per allontanarmi e abbassare lo sguardo
su di lei. I miei occhi sono scuri di passione ferina, pieni di intenzioni
puramente carnali, e sensualità. Lei è senza fiato, come me.
“Colazione,”
le sussurro appena, anche se so, che lei sarebbe abbastanza per me come
colazione, pranzo e cena messi insieme. Lei geme come se avessi detto, “Sesso.
Qui. Sull’erba!” Perché io perdo la ragione quando sono con lei e a lei capita
lo stesso con me? Ma so che il ‘perché’ non importa nemmeno. Non vorrei mai che
finisse. Mi giro e le prendo la mano mentre ci dirigiamo verso l’auto.
“E
l’aliante?” chiede.
“Qualcuno
se ne occuperà,” dico. Dovranno rimorchiarlo. “Andiamo a mangiare ora,” dico. La
voglio, lei vuole me, ma ha bisogno di cibo.
“Vieni,”
sorrido. Sono molto più che gioioso. Chi avrebbe mai pensato che ‘di più’
sarebbe stato molto, molto di più con lei? Camminiamo così; mano nella mano,
entrambi sorridendo come lo Stregatto, come la mattina di Natale dopo aver
ricevuto i regali preferiti. E’ una giornata perfetta!
It's a Beautiful Day - U2
Appena
faccio entrare la mia donna in auto, le faccio allacciare la cintura, e mi
infilo al mio posto. Esco in retromarcia dal parcheggio, e mi dirigo verso la
I-95 che porta a Savannah. Il suo telefono suona mentre siamo in viaggio. Lei
lo spegne.
“Cos’era?”
le chiedo curioso, dandole un’occhiata. Qualcuno la sta chiamando e non vuole
farmelo sapere? Rovista nella sua borsa.
“La
sveglia per la mia pillola,” mormora mentre arrossisce rendendomi
immediatamente felice. A lei importa. Sta seguendo le indicazioni per prendere
la pillola.
“Bene,
ben fatto. Odio i preservativi,” dico, e lei arrossisce ancora di più, se fosse
possibile. Si gira e mi fissa per poi mormorare, “Mi piace che tu mi abbia
presentato a Mark come la tua fidanzata.”
“Non
è quello che sei?” dico alzando un sopracciglio. Non sarà mai una grande
sottomessa, ma, comunque, voglio di più con lei. E’ la mia fidanzata.
“Lo
sono? Pensavo volessi una sottomessa,” mi rimbecca.
“Lo
volevo, Anastasia, e lo voglio ancora. Ma te l’ho detto, voglio anche di più,”
dico, lasciandola senza fiato.
“Sono
davvero felice che tu voglia di più,” sussurra.
“Il
nostro scopo è il piacere, Miss Steele,” dico sorridendo mentre parcheggio in uno
dei posti dell’IHOP.
“IHOP?”
mi sorride come se non potessi mai mangiare all’International House of
Pancakes.
Scendo
dall’auto, e vado dal lato del passeggero per aprirle la portiera. Le offro la
mano e lei la prende. E’ presto, circa le 8:30 del mattino, ed è molto
tranquillo nel ristorante. Si sente l’odore del burro dei pancake, le
crocchette e il detergente che hanno usato. La accompagno ad uno sgabello per
farla sedere.
“Non
ti avrei mai immaginato in un posto così,” dice mentre si accomoda.
“Mio
padre ci portava in uno di questo ogni volta che mia madre andava via per una
conferenza medica. Era il nostro segreto,” sorrido teneramente per il ricordo.
Prendo un menù e lo passo in rassegna. Lei mi sta guardando con apprezzamento
carnale, e so quello che vuole; e non si tratta del cibo.
“So
cosa voglio,” sospiro con una voce bassa e roca.
Lei
alza lo sguardo su di me, e io la guardo fisso, parlando direttamente con la
sua dea interiore. Lei mi fissa come per rispondere ad una domanda inespressa
che le ho fatto.
“Voglio
quello che vuoi tu,” sussurra. Inspiro profondamente.
“Qui?”
le chiedo in modo provocante alzando un sopracciglio e sorridendo ammiccante
mentre i miei denti intrappolano la punta della mia lingua, effettivamente
trattenendo le mie parole non dette. Ma i nostri sguardi pensano alle parole.
Il suo labbro inferiore finisce nella stretta dei suoi denti facendomi cambiare
espressione in Voglio-scoparti-ora, il mio sguardo diventa sempre più oscuro.
“Non
morderti il labbro,” le ordino. “Non qui, non ora.” I miei occhi si
induriscono. Sono come una tazza piena fino all’orlo, una minima goccia di
lascivia mi farebbe traboccare, e non sarei responsabile delle mie azioni. Non
voglio passare il resto della mattina in galera per atti osceni in un IHOP. “Se
non posso averti qui, non tentarmi,” le sussurro fermamente.
“Salve,
mi chiamo Leandra. Cosa posso portarvi… Er… oggi, questa mattina…?” dice mentre
la sua voce si affievolisce, e inciampa sulle sue parole per una qualche strana
ragione. Guardo Anastasia mentre fissa la cameriera sconcertata, il suo sguardo
si colora di gelosia e possessività. La donna deve avermi adocchiato ma non me
ne frega niente. Mi dà l’impressione di una leonessa il cui compagno è stato
adocchiato da un’altra femmina. E’ più che sexy, e dato che questa è una cosa
che avrei fatto anche io se fosse stata lei oggetto di interesse, approvo, e la
desidero fottutamente ancora di più ora.
“Anastasia?”
la richiamo, incapace di tenere il desiderio, la passione e l’interesse carnale
fuori dalla mia voce. Lei deglutisce e risponde.
“Te
l’ho detto, voglio quello che vuoi tu,” dice con voce dolce e bassa
incrementando la mia fame di lei all’ennesima potenza. La cameriera ci guarda
entrambi a turno, e diventa di un rosso innaturale come i suoi capelli.
“Vi
do un altro minuto per decidere?” chiede.
“No.
Sappiamo cosa vogliamo,” dico, incapace di tenere un leggero sorriso lontano
dalle mie labbra per il doppio senso nella mia frase. Uno per la cameriera, uno
per la mia donna.
“Vorremmo
due porzioni di pancake classici con sciroppo d’acero e bacon a parte, due
bicchieri di succo d’arancia, un cappuccino e un tè English Breakfast, se lo
avete,” dico senza distogliere lo sguardo da Anastasia.
“Grazie,
signore. E’ tutto?” Leandra sussurra. Ci giriamo entrambi a guardarla, e lei
arrossisce ancora di più per poi sgattaiolare via.
“Sai
che non è giusto,” dice Anastasia abbassando lo sguardo sulla copertura di
formica del tavolo. Le sue dita tracciano un percorso sul tavolo, e sta
provando duramente a suonare disinteressata.
“Cosa
non è giusto?” chiedo curioso.
“Il
modo in cui disarmi le persone. Le donne. Me,” dice dolcemente.
“Io
ti disarmo?” chiedo con curiosità. Lei in realtà sbuffa.
“Tutte
le volte,” risponde semplicemente.
“E’
solo apparenza, Anastasia,” dico dolcemente.
“No,
Christian, è molto più di quello,” dice con un basso fervore. La mia fronte si
contrae sapendo l’effetto che ha su di me.
“Tu
mi disarmi totalmente, Miss Steele. La tua innocenza. Riesce a dare un taglio a
tutta questa merda,” dico.
“E’
per questo che hai cambiato idea?” chiede.
“Cambiato
idea?” ripeto confuso.
“Sì
– riguardo… uhm… noi?” Mi strofino il mento pensieroso soppesando la domanda.
Cos’è cambiato tra di noi?
“Non
penso di aver cambiato totalmente idea. Abbiamo solo bisogno di ridefinire i
nostri parametri, ridisegnare le nostre linee di battaglia, se vorrai. Possiamo
farlo funzionare, ne sono certo. Voglio che tu sia la mia sottomessa nella
stanza dei giochi. Ti punirò se infrangerai le mie regole. Oltre a quello… beh,
penso che sia tutto aperto a discussioni. Queste sono le mie richieste, Miss
Steele. Tu cosa ne dici?” chiedo, affermando i miei nuovi propositi.
“Quindi
dormirò cin te? Nel tuo letto?” chiede speranzosa.
“E’
quello che vuoi?” chiedo.
“Sì,”
afferma decisa.
“Allora
accetto. Inoltre, dormo molto bene quando sei nel mio letto. Non ne avevo
idea,” dico alzando le sopracciglia, consapevole del fatto che non ho avuto
incubi ogni volta che lei era nel mio letto. E’ come il mio talismano che tiene
l’Uomo Nero e il sempre presente pappone lontano.
“Avevo
paura che mi avresti lasciato se non avessi accettato tutto questo,” confessa
in un sussurro.
“Non
vado da nessuna parte, Anastasia. Inoltre…” lascio cadere questo pensiero
inespresso. Come potrei lasciarti? Sono io quello che ha paura che tu te ne
vada. Sono io quello che non riesce a stare senza te. Non crederesti a quello
che accetterei per stare con te. Questi pensieri restano non detti. Poi
aggiungo, “Stiamo seguendo il tuo consiglio, la tua definizione: compromesso. Tu
me l’hai inviata via e-mail. E finora, sta funzionando per me.”
“Adoro
che tu voglia di più,” mormora timidamente.
“Lo
so,” dico. L’ha detto chiaramente nei suoi sogni.
“Come
lo sai?” chiede.
“Credimi.
Lo so e basta,” dico sorridendole. Lei stringe gli occhi provando a decifrare
la mia espressione. La nostra
cameriera Leandra arriva in quel momento con la nostra colazione. E per cambiare, Anastasia mangia tutto quello che ha nel piatto. La guardo con approvazione, e lei sembra infastidita dal fatto che io sia felice che sta mangiando.
cameriera Leandra arriva in quel momento con la nostra colazione. E per cambiare, Anastasia mangia tutto quello che ha nel piatto. La guardo con approvazione, e lei sembra infastidita dal fatto che io sia felice che sta mangiando.
“Posso
farti un regalo?” chiede dopo la colazione.
“Come
farmi un regalo?” le chiedo.
“Voglio
pagare per la colazione,” dice. Oh, no! Non mi piace che la mia donna paghi per
qualcosa.
“Non
credo proprio,” brontolo.
“Ti
prego. Voglio farlo,” dice facendomi accigliare.
“Stai
provando a castrarmi del tutto?” dico.
“Questo
probabilmente è l’unico posto in cui potrò permettermi di pagare,” prega.
“Anastasia,
apprezzo il pensiero. Davvero. Ma no,” dico. Lei fa una smorfia con le labbra
per la mia risposta.
“Non
guardarmi di traverso,” la minaccio con i miei occhi che brillano inquietanti.
Pago
per la colazione, e torniamo in auto con lei che continua a guardarmi torva.
“Non
fare così,” le sussurro dolcemente. “Non ci sono abituato. Mi piace prendermi
cura di te. Non rovinarmi la festa, Anastasia. Sapere che sono la persona che
fa queste cose semplici per te, mi rende felice. Ok?” dico addolcendo il tiro e
baciandola sulle labbra. Non riesce a trattenere un sorriso, e si infila sul sedile
del passeggero. Guido fino ad arrivare a casa di sua madre.
Lei
mi fissa come per chiedere ‘come fai a sapere dove vive mia madre?’ ma decide
di evitare conoscendo le mie abilità.
“Vuoi
entrare?” chiede timidamente.
“Devo
lavorare, Anastasia, ma tornerò stasera. A che ora?” chiedo. Lei sembra delusa.
Il suo sguardo mi rende felice perché mi fa capire che mi vuole, che è felice
che io sia qui, e che non è contenta di questa breve separazione anche se mi
vedrà stasera. Apre cieli infiniti nella mia anima oscura.
“Grazie…
per il di più,” dice.
“Piacere
mio, Anastasia,” rispondo baciandola mentre lei inala il mio profumo. E’ una
combinazione che dà alla testa. La mia donna nelle mie braccia qui e ora, e sta
provando a sentirmi in ogni modo possibile.
“Ci
vediamo dopo,” dice speranzosa.
“Prova
a fermarmi,” sussurro.
Riprendo
la strada per tornare in hotel mentre mi saluta con la mano mentre sembra
sconsolata nella mia felpa.
Chiamo Taylor mentre sono per strada.
Chiamo Taylor mentre sono per strada.
“Sì,
signore,” risponde al telefono dopo il primo squillo.
“Dove
sei?”
“Sono
in hotel, signore. Mi sono occupato delle faccende con Mr. Benson, e ho
prenotato la sala conferenze dell’hotel per la sua riunione. I rappresentanti
della società sono già qui, signore.”
“Ok.
Sarò lì tra quindici minuti. Incontriamoci all’entrata,” dico.
“Sì,
signore,” risponde e riaggancio.
Dopo aver riagganciato, Voi Che Sapete da “Le Nozze
di Figaro” inizia a suonare, ed è proprio una canzone appropriata alla luce dei
miei sentimenti per Anastasia.
Voi Che sapete-Opera by Mozart sung by Maria Ewing
Mi faccio
strada fino all’hotel con il pensiero della mia donna e del fatto che non vedo
l’ora di passare altro tempo con lei a casa di sua madre questa sera, come un
giovane uomo che frequenta la sua ragazza.
Quando
arrivo in hotel, do le chiavi al parcheggiatore, e arrivo fino all’ingresso.
Taylor mi sta aspettando come al solito. Mi aggiorna mentre ci incamminiamo
verso la sala conferenze, mentre il mio Blackberry suona. Alzo la mano verso
Taylor ad indicargli ‘un minuto’. E’ un messaggio da Anastasia che mi fa
sorridere come un’idiota, e proprio prima che la mia sicurezza se ne accorga.
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Da: Anastasia Steele
Oggetto: Brividi Vs Lividi
Data: 02 Giugno 2011 10:21 EST
A: Christian Grey
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Da: Anastasia Steele
Oggetto: Brividi Vs Lividi
Data: 02 Giugno 2011 10:21 EST
A: Christian Grey
Certe
volte, sai davvero come far star bene una ragazza.
Grazie,
Ana x
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Scrivo la mia risposta in fretta, sono in uno stato d’animo giocoso con lei, cosa che spesso accade quando si tratta di Anastasia.
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Da: Christian Grey
Oggetto: Brividi Vs Lividi
Data: 02 Giugno 2011 10:25 EST
A: Anastasia Steele
Grazie,
Ana x
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Scrivo la mia risposta in fretta, sono in uno stato d’animo giocoso con lei, cosa che spesso accade quando si tratta di Anastasia.
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Da: Christian Grey
Oggetto: Brividi Vs Lividi
Data: 02 Giugno 2011 10:25 EST
A: Anastasia Steele
Preferisco
quelli al tuo sentirti russare. Anche io sono stato bene.
Ma questo succede sempre, quando sono con te.
Ma questo succede sempre, quando sono con te.
Christian
Grey
CEO, Grey Enterprises Holdings Inc.
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Mi risponde vendicativa. Oh è felice
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Da: Anastasia Steele
Oggetto: RUSSARE
Data: 2 giugno 2 2011 10:27 EST
A: Christian Grey
CEO, Grey Enterprises Holdings Inc.
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Mi risponde vendicativa. Oh è felice
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Da: Anastasia Steele
Oggetto: RUSSARE
Data: 2 giugno 2 2011 10:27 EST
A: Christian Grey
IO
NON RUSSO. E anche se così fosse è molto maleducato da parte tua farmelo notare.
Non si un gentiluomo, Mr. Grey! E tu sei nel profondo Sud!!
Ana
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Chi
dice che non può riproverarmi? Certo che si. Succede spesso, quando scrive… e
questa è una delle cose che amo di lei.
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Da:
Christian Grey
Oggetto: Parlare nel sonno
Data: 2 Giugno 2011 10:29 EST
A: Anastasia Steele
Oggetto: Parlare nel sonno
Data: 2 Giugno 2011 10:29 EST
A: Anastasia Steele
Non
ho mai detto di essere un gentiluomo, Anastasia, e penso di avertelo dimostrato
in numerose occasioni. Non mi spaventano le tue MAIUSCOLE. Ma devo confessarti
che ti ho detto una piccola bugia.: no non russi, ma parli. Ed è davvero
affascinante.
Cos’è successo al mio bacio?
Cos’è successo al mio bacio?
Christian
Grey
Mascalzone & CEO, Grey Enterprises Holdings Inc.
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Ho divulgato un altro segreto. Ha parlato nel sonno … molto ultimamente. E ‘stato più che affascinante. Mi ha fatto sentire bene, rilassato cosa che non sentivo da molto tempo, un tempo molto lungo.
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Da: Anastasia Steele
Oggetto: Vuotare il sacco
Data: 2 Giugno 2011 10:33 EST
A: Christian Grey
Mascalzone & CEO, Grey Enterprises Holdings Inc.
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Ho divulgato un altro segreto. Ha parlato nel sonno … molto ultimamente. E ‘stato più che affascinante. Mi ha fatto sentire bene, rilassato cosa che non sentivo da molto tempo, un tempo molto lungo.
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Da: Anastasia Steele
Oggetto: Vuotare il sacco
Data: 2 Giugno 2011 10:33 EST
A: Christian Grey
Sei
è un villano e un mascalzone, e sicuramente un non un gentiluomo.
Allora, che cosa ho detto? Niente baci finché non parli!
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La sua risposta mi fa sorridere. So che si sta agitando sulla sedia. Ma, preferisco sentirla dire quelle cose quando sarà sveglia e, e acconsenziente.
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Da: Christian Grey
Oggetto: Bella addormentata chiacchierina
Data: 2 Giugno 2011 10:36 EST
A: Anastasia Steele
Allora, che cosa ho detto? Niente baci finché non parli!
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La sua risposta mi fa sorridere. So che si sta agitando sulla sedia. Ma, preferisco sentirla dire quelle cose quando sarà sveglia e, e acconsenziente.
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Da: Christian Grey
Oggetto: Bella addormentata chiacchierina
Data: 2 Giugno 2011 10:36 EST
A: Anastasia Steele
Sarebbe
molto poco galante da parte mia dirtelo, e sono già stato rimproverato per
questo.
Ma se ti comporti bene, te lo dico questa sera.
Devo andare ad un appuntamento.
A dopo piccola
Ma se ti comporti bene, te lo dico questa sera.
Devo andare ad un appuntamento.
A dopo piccola
Christian
Grey
CEO, Mascalzone e furfante, Grey Enterprises Holdings Inc.
_______________________________________
Finalmente arrivano alla sala riunioni privata. Ci sono tre persone che vengono dalla società che detiene la terra mi interessa. Dopo le brevi presentazioni, ci stringiamo la mano, e iniziamo a parlare d’affari.
CEO, Mascalzone e furfante, Grey Enterprises Holdings Inc.
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Finalmente arrivano alla sala riunioni privata. Ci sono tre persone che vengono dalla società che detiene la terra mi interessa. Dopo le brevi presentazioni, ci stringiamo la mano, e iniziamo a parlare d’affari.
Taylor
è in attesa vicino alla porta, in piedi, guardando impassibile come fa
normalmente. Con la coda dell’occhio capisco che deve aver ricevuto un
messaggio, si gira di spalle, e lo apre. Bianca in viso. Cosa è successo?
Mi
guarda, e io ricambio lo sguardo. Questo è il suo sguardo delle emergenze.
Annuisco, e lui esce a parlare. Pochi minuti più tardi, entra nella stanza
riunioni.
“Mi
scusi, signor Grey,” dice e si avvicina a me.
“Ci
sono stati problemi all’Escala, signore. Leila è venuta tutta arruffata e giù
di corda, non del tutto in sé, gridando e urlando e cercandola. Mrs Jones ha
cercato di calmarla, ma lei si è tagliato i polsi in un tentativo di suicidio,”
dice, e improvvisamente la mia testa scatta a guardarlo sconvolto.
“Cosa
è successo?” dico a denti stretti, ansioso.
“Mrs
Jones l’ha portata in ospedale, e ora è piantonata. Penso che andrà tutto
bene,” afferma.
“Dì
a Mrs Jones di stare con lei in ospedale fino a che non arrivo. Deve tenerla
lì. Potremmo essere costretti a portarla in un ospedale psichiatrico, per
risolvere il suo problema. Chiama il pilota, ha il piano pronto. Stiamo
tornando a Seattle,” dico. Poi mi rivolgo alle persone con cui sto parlando
“Signori,
mi scuso per l’interruzione. Sembra che dovremmo rimandare questo incontro, e
mi dispiace per questo. Ma, ho una vera emergenza a Seattle, che mi obbliga a
tornare a casa. Spero che voi possiate comprendere,” dico con una faccia
impassibile.
“Oh,
Mr Grey. Ci auguriamo che tutto va bene,” dice il vecchio con una nota di
preoccupazione nella sua voce.
“Grazie
signor Brighton. Niente che non si possa gestire, è solo qualcosa che richiede
la mia presenza. Il mio staff si metterà in contatto con voi.”
“Grazie,
signore,” dicono, e in fretta esco dalla sala riunioni.
Leila!
Perché fare una cosa del genere? Che cosa è successo. Non ci vediamo da quasi
tre anni, e si è sposata dopo.
Ironia
della sorte siamo ci siamo lasciato perché voleva di più, e non l’ho fatto. Ha
trovato qualcuno che voleva le stesse cose che voleva lei. Che cosa è cambiato?
Taylor e io andiamo nella mia suite, e prepariamo le mie cose, mentre lui
chiama il pilota e il co-pilota. Ci aspettano fuori dall’hotel. Nel frattempo
io chiamo Anastasia per dirle che non potrò esserci per cena. Ma lei non
risponde. Non lascio un messaggio. Se non dovesse richiamare la chiamerò una
volta arrivato a Seattle.
Ma
il mio Blackberry vibra, e vedo con sollievo che è lei.
“Anastasia,”
rispondo al telefono immediatamente.
“Ciao,”
mormora timidamente.
“Devo tornare a Seattle. E’ venuto fuori un
problema. Sto tornando all’Hilton Head ora. Ti prego di chiedere scusa a tua
madre. Non posso esserci per cena,” dico preoccupato, sconvolto.
Leaving on a Jet Plane by Chantal Kreviazuk
“Niente
di grave, spero?” chiede.
“C’è
qualcosa che devo fare. Ci vediamo Venerdì. Manderò Taylor a prenderti
dall’aeroporto se non posso venire io,” dico ancora arrabbiato con Leila,
appena in grado di contenere me stesso.
“Va
bene. Spero che risolverai la situazioni. Buon Viaggio,” dice con un velo di
preoccupazione nella voce. E’ preoccupata per me … questo mi scioglie il mio
cuore, e la sua preoccupazione mi riporta alla luce.
“Anche
tu, piccola,”
Questo
non è certo il giorno che mi aspettavo.
Riaggancio
e chiamo Mrs Jones per conoscere tutti i dettagli. Sto ribollendo! E le mi
cinquanta sfumature sono tornate alla luce!
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